Scandalo tangenti in Lombardia: liberi quasi tutti gli indagati, fuori Caianiello e Tatarella
Scadono i termini della custodia cautelare e tornano liberi quasi tutti gli indagati dell'inchiesta sul maxi giro di tangenti, nomine e appalti pilotati che a maggio aveva portato a 43 arresti in Lombardia tra imprenditori e politici lombardi. Non sono più agli arresti domiciliari, tra gli altri, l'ex coordinatore varesino di Forza Italia, Gioacchino Caianiello, e per l'ex consigliere comunale milanese Pietro Tatarella. Rimane in custodia agli arresti domiciliari l'imprenditore Daniele D'Alfonso, titolare della Ecol Service, unico indagato a cui è stata contestata anche l'aggravante di aver favorito la ‘ndrangheta. È accusato di avere legami con il clan dei Molluso.
Scaduti i termini di custodia: Caianiello, Tatarella e altri tornano liberi
Caianiello e Tatarella erano andati ai domiciliari dopo aver trascorso diversi mesi in carcere. Un periodo in cui il primo in ha particolare ha collaborato con gli inquirenti, riferendo la sua versione dei fatti in lunghi interrogatori, in cui ha ricostruito diversi aspetti della vicenda. Intanto l'inter giudiziario prosegue con un'udienza già fissata per undici patteggiamenti, mentre una tranche principale dell'inchiesta a carico di 71 persone, tra cui lo stesso Tatarella e il deputato Diego Sozzani, è stata chiusa nei giorni scorsi.
Tangenti in Lombardia: l'inchiesta con oltre cento indagati
Lo scorso 7 maggio un blitz di carabinieri e guardia di finanza aveva portato all'arresto di decine persone, tra politici e imprenditori con accuse tra cui associazione per delinquere, corruzione e turbata libertà degli incanti, finalizzati alla spartizione e all’aggiudicazione di appalti pubblici. Nel corso dei mesi l'inchiesta ha superato i cento indagate, tre i diversi filoni che seguono le ramificazioni del presunto sistema. Tra i politici coinvolti c'è anche l'ex sottosegretario regionale Fabio Altitonante, il deputato Diego Sozzani (entrambi di Forza Italia). In altri filoni dell'inchiesta sono indagati poi il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, per abuso d'ufficio, e l'ex eurodeputata Lara Comi, per finanziamento illecito.