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Lombardia, 43 arresti tra politici e imprenditori

Arresti in Lombardia: Altitonante si dimette da sottosegretario regionale all’area Expo

Si dimette il sottosegretario lombardo Fabio Altitonante, coinvolto nella maxi inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Milano che ha portato all’arresto di 43 persone tra politici e imprenditori, con 95 indagati in totale. Per i magistrati c’erano “ombre” sulla sua gestione della delicata delega alla riconversione dell’ex area Expo. Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, intanto trasferisce due dipendenti del comune indagati.
A cura di Simone Gorla
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Il consigliere regionale Fabio Altitonante
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Il consigliere regionale Fabio Altitonante, arrestato martedì nell'ambito della maxi-inchiesta della Direzione antimafia di Milano che ha investito decine di politici e imprenditori lombardi, ha rimesso la delega a sottosegretario alla Rigenerazione e sviluppo area Expo nelle mani del presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana. La decisione arriva dopo che lo stesso governatore aveva già sospeso l'incarico dell'esponente di Forza Italia, travolto dalle accuse di corruzione in relazione al suo presunto coinvolgimento in una rete di mazzette, favori e finanziamenti illeciti. Tra le molte condotte illecite ipotizzate dai magistrati milanesi ci sarebbe anche il tentativo di inserirsi negli affari riguardanti il futuro dell'area che ha ospitato Expo. Una volontà emerse da alcune intercettazioni che coinvolgono anche l'ex consigliere comunale di Forza Italia, Pietro Tatarella, e che hanno portato il giudice per le indagini preliminari Raffaella Mascarino a ravvisare "ombre" sulla gestione del dossier da parte dello stesso Altitonante. In totale sono 95 le persone indagate nell'inchiesta, per reati tra cui associazione per delinquere aggravata (in un caso) dall'aver favorito un'associazione di tipo mafioso, corruzione e turbata libertà degli incanti, finalizzati alla spartizione e all'aggiudicazione di appalti pubblici. In relazione allo stesso procedimento la procura di Milano ha poi aperto un fascicolo per l'ipotesi di reato di abuso d'ufficio a carico del presidente Attilio Fontana.

Il sindaco Giuseppe Sala trasferisce i tecnici coinvolti nelle indagini

Le conseguenze dell'inchiesta si sono abbattute anche sul Comune di Milano. In una comunicazione indirizzata al presidente del Comitato per la legalità, la trasparenza e l’efficienza amministrativa, Gherardo Colombo, il Comune di Milano ha annunciato il trasferimento ad un altro ufficio di Franco Zinna, il dirigente della direzione Urbanistica, che è indagato per abuso d'ufficio. "Zinna lo conosco da anni, lo conoscono tutti, è una persona che ha sempre dato il suo contributo. La giustizia farà la sua parte e ci mancherebbe altro, ma qualora fossero appurate le sue colpe la conoscenza pluriennale non conta più nulla", ha spiegato il sindaco Giuseppe Sala. Anche l'altra dipendente del Comune coinvolta nell'inchiesta, Maria Rosaria Coccia, è stata  trasferita. I provvedimenti sono stati presi "in via cautelare nei confronti delle due persone coinvolte nell’indagine in corso da parte della Procura di Milano", si legge in una nota, "sulla base della lettura dell’ordinanza di applicazione delle misure cautelari personali disposte dalla procura, acquisita questa mattina in via ufficiale, l’amministrazione ha deciso di procedere al trasferimento della dipendente ad un altro ufficio e di assegnare temporaneamente il dirigente a un diverso incarico, che verrà definito nelle prossime ore. Verso entrambi sarà avviato d’ufficio un procedimento disciplinare". Fino al 30 giugno 2019, data di scadenza di tutti gli incarichi dirigenziali di ruolo, la funzione di direttore dell’urbanistica sarà svolta dall’attuale vice direttore, Simona Collarini.

Le indagini sulla società vicina all'eurodeputata a Lara Comi

Prosegue intanto senza sosta il lavoro dei pubblici ministeri milanesi, che indagano sulla rete di contatti, favori e consulenze che gravitava attorno all'ex coordinatore varesino di Forza Italia,  Gioacchino Caianiello. Il nome che emerge è quello dell'eurodeputata e coordinatrice provinciale di Varese Lara Comi. Una società a lei riconducibile, secondo gli inquirenti, avrebbe ottenuto  "contratti di consulenza da parte dell'ente Afol città metropolitana" per un "totale di 38.000 euro" proprio attraverso Caianiello, che – scrive il gip nell'ordinanza di custodia cautelare – ammette "di essere ancora oggi, di fatto, il coordinatore provinciale di Forza Italia, nonostante la carica formalmente rivestita dall’europarlamentare Lara Comi".

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