71 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Lombardia, Di Pietro a caccia di poltrone: si candida per l’autorità anticorruzione

I nomi dell’ex pm di Mani pulite Antonio Di Pietro e della commercialista Giovanna Ceribelli sono tra i 15 papabili per la guida dell’Arac, l’autorità regionale anticorruzione voluta dal governatore lombardo Maroni dopo l’ultimo scandalo sulla sanità. Ma sull’organismo pesano i dubbi del presidente dell’Anac Raffaele Cantone e del ministro Beatrice Lorenzin.
A cura di Francesco Loiacono
71 CONDIVISIONI
antonio di pietro

Ci ha provato prima con Infrastrutture lombarde, poi con la poltrona più prestigiosa di Palazzo Marino, quella di sindaco. Adesso Antonio Di Pietro ci riprova. L'ex magistrato di Mani pulite vuole evidentemente ritornare a tutti i costi a Milano. Per farlo, è pronto a guidare l'Arac, l'Autorità regionale anticorruzione proposta dal governatore lombardo Roberto Maroni dopo l'ultimo scandalo sulla sanità che ha investito il suo ex braccio destro Fabio Rizzi.

Tra i candidati alla guida dell'Arac anche Giovanna Ceribelli

Il nome dell'ex pubblico ministero di Tangentopoli sarebbe, secondo il quotidiano La Repubblica, uno dei 15 candidati alla guida dell'organismo, per il cui board il bando si chiuderà nel giro di due giorni. Tra gli altri nomi emersi sorprende quello della commercialista Giovanna Ceribelli: non certo per i meriti, dal momento che è stata proprio lei a portare alla luce l'ultimo scandalo sulla sanità tramite il suo esposto in procura. Ma quanto per il fatto che la nomina della Ceribelli sarebbe caldeggiata dal Movimento 5 stelle, che ha però più volte definito l'Arac come una "operazione di marketing" da parte della giunta Maroni.

Il problema principale sembra infatti essere questo: sulla costituzione dell'autorità regionale anticorruzione pesano i forti dubbi del presidente dell'Anac Raffaele Cantone, ai quali si sono aggiunti anche quelli del ministro della Salute Beatrice Lorenzin. L'Arac è considerata un "doppione" della medesima autorità anticorruzione nazionale, e la sua istituzione potrebbe prestarsi a conflitti costituzionali che ne bloccherebbero le attività da subito. Insomma, si rischia di creare un qualcosa di sostanzialmente inutile, che anziché vigilare sugli appalti sanitari lombardi finirebbe col pesare inutilmente sul bilancio regionale.

Arac: i dubbi di Cantone e l'ottimismo di Maroni

Adesso, invece, anche le candidature ricevute dalla Regione per la guida del costituendo organismo servono a dare fiducia al governatore lombardo. Maroni si dice ottimista, continua a ripetere che l'Arac non sostituirebbe, ma aiuterebbe l'Anac nella prevenzione alla corruzione e avrebbe anche trovato il modo di superare le obiezioni fatte dal governo sulla creazione dell'agenzia regionale. Si tratterebbe di "mettere alla prova" la neonata Arac per un periodo di sperimentazione, in maniera da risolvere nel frattempo eventuali conflitti tra i due enti.

Maroni insomma non vede l'ora di partire col suo progetto, che anche simbolicamente potrebbe essere un modo per superare l'ultimo scandalo che ha investito la sua giunta dopo quello legato all'ex vicepresidente Mantovani: e chissà che a dargli indirettamente una mano non sia proprio Di Pietro, uno che della lotta alla corruzione ha fatto la sua cifra anche per la sua carriera politica. Che magari potrebbe ricominciare lì dove è nata: a Milano.

71 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views