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Inquilina abusiva minaccia di buttarsi dal balcone: sgombero rinviato

Giovedì mattina un’inquilina abusiva di una casa popolare di piazzale Cuoco, a Milano, si è seduta a cavalcioni sul parapetto del suo balcone minacciando di buttarsi nel vuoto durante uno sgombero. Tanta paura, ma alla fine lo sgombero è stato rimandato e la protesta è rientrata.
A cura di Francesco Loiacono
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Attimi di paura, giovedì mattina, durante un tentativo di sgombero di una casa popolare di Milano. Una donna, Tiziana Celeste, inquilina abusiva di un appartamento in piazzale Cuoco, si è barricata all'interno dell'abitazione per impedire l'ingresso delle forze dell'ordine. Poi, intorno alle 8 del mattino, si è arrampicata sul parapetto del balcone, mettendosi a cavalcioni e minacciando di buttarsi giù. In mano la donna brandiva due bisturi, con i quali minacciava di tagliarsi se lo sgombero fosse proseguito. Inutili i tentativi di mediazione da parte degli addetti del Comune, presenti insieme alla polizia. La donna, fiancheggiata da un gruppetto di persone, anch'essi inquilini abusivi, ha proseguito la sua protesta spostandosi in un balcone che affaccia sul cortile interno ed è rientrata in casa solo verso mezzogiorno, dopo che il tentativo di sgombero è stato rinviato, anche in virtù dell'intervento di Bruno Cattoli del sindacato Unione inquilini.

Lo sgombero è stato rinviato

Tiziana Celeste ha occupato l'appartamento lo scorso settembre. Con lei vive il figlio, un 21enne che ha avuto un incidente poco tempo fa. Nei momenti più concitati della mattinata i vigili del fuoco avevano gonfiato un materassino sotto al balcone da cui la donna minacciava di gettarsi, per attutire l'eventuale caduta. La madre della donna, anche lei inquilina abusiva di un appartamento in zona, ha protestato contro l'intervento delle forze dell'ordine: "Se ne devono andare, devono lasciare in pace la povera gente". L'episodio riaccende i riflettori sull'emergenza abitativa che a Milano, come in altre grandi città, è ben lontana dall'essere risolta. A pochi giorni da Expo, c'è chi, più che pensare al cibo del futuro, attende una casa per vivere il presente.

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