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Frenate improvvise e feriti nella metropolitana di Milano: troppi falsi allarmi, indaga la procura

La procura di Milano indaga sulle due frenate d’emergenza che si sono verificate lunedì e sabato scorsi su due treni della metropolitana di Milano causando diversi feriti. Si tratta solo degli ultimi casi di una lunga serie: sotto accusa il sistema di segnalamento che attiva le frenate d’emergenza, anche se in sette casi su dieci si è trattato di falsi allarmi. Atm al lavoro sull’intensità delle frenate: “Non esiste un sistema ad anomalia zero”.
A cura di Francesco Loiacono
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Linea rossa metropolitana di Milano

La procura di Milano indaga sulle due frenate d'emergenza avvenute lunedì e sabato scorsi su due treni della metropolitana di Milano. E i due fascicoli aperti sulle due brusche frenate (al momento senza ipotesi di reato né indagati) "aprono" anche ufficialmente il caso relativo ai tanti, troppi episodi di questo genere che si ripetono su un mezzo di trasporto pubblico utilizzato ogni anno da milioni di persone. Ieri il direttore generale di Atm (l'Azienda dei trasporti milanese) Arrigo Giana in una conferenza stampa ha puntato il dito sul problema dell'intensità della frenata, affermando che l'azienda sta lavorando per rimodularla e renderla più dolce. Un dettaglio di cui Fanpage.it aveva scritto già all'indomani dell'incidente di lunedì scorso vicino alla fermata di Loreto che aveva causato cinque feriti, tra cui uno in codice rosso (il più grave finora) per una frattura al bacino. Ma quello dell'intensità della frenata non può essere il solo aspetto su cui lavorare.

Come funziona il sistema di segnalamento

Secondo i dati diffusi dalla stessa Atm e riportati dal "Corriere della sera", le frenate d'emergenza sui treni della metropolitana sono state tante a partire dal 2015: 67 nell'anno di Expo, 79 l'anno successivo, 109 nel 2017 e 83 lo scorso anno. Al di là di questi dati, però, ciò che stupisce è che in sette casi su dieci il sistema di frenata d'emergenza si sia attivato per falsi allarmi. Il dg Giana ha affermato che non esiste un sistema che non abbia anomalie e ha difeso il sistema di segnalamento Atc (Automatic train control) in funzione sulla linea 1 della metro (la rossa) e che sarà presto introdotto anche sulla linea 2 (la verde), dove la sicurezza è ancora affidata in gran parte al macchinista (che sui treni della linea rossa è presente solo perché nelle stazioni non ci sono le barriere "anti suicidio"). L'Atc è un sistema automatizzato: i treni sono guidati da un "cervellone" che regola la frequenza e la distanza di sicurezza di un convoglio dagli altri. In caso di potenziali rischi (persone sui binari, interruzioni di alimentazione, superamento di velocità di sicurezza) scatta la frenata d'emergenza. Ma com'è possibile che la maggior parte dei problemi rilevati dal "cervellone" si siano rivelati falsi allarmi? È uno degli aspetti che le indagini della procura, che potrebbero essere unificate in un unico fascicolo, dovranno accertare. Di certo c'è un cambio di passo sulle frenate violente che fanno finire a terra i passeggeri della metro: dopo gli 11 feriti di sabato scorso a Cadorna il treno su cui si è verificato l'incidente è stato sequestrato per la prima volta dalla magistratura. E saranno probabilmente consulenti della procura a occuparsi di leggere i dati della scatola nera del convoglio per cercare un po' di chiarezza su una vicenda che inizia ad essere un vero e proprio "mistero metropolitano".

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