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Corona verso il processo d’appello per i soldi nella soffitta: “Vinceremo anche questa battaglia”

Martedì 5 giugno inizia il processo d’appello a Fabrizio Corona per la vicenda dei 2,6 milioni di euro che gli furono sequestrati. In primo grado l’ex re dei paparazzi era stato condannato a un anno solo per un illecito fiscale, mentre erano cadute le accuse più gravi. Da qui la decisione della procura di ricorrere in appello. Corona si dice però tranquillo: “Vinceremo anche questa battaglia”.
A cura di Francesco Loiacono
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Fabrizio Corona è tornato oggi in tribunale a Milano, dove è ormai di casa. La sua presenza odierna al Palazzo di giustizia riguarda una causa civile in cui è coinvolta la Atena srl, una delle sue società, ma l'attenzione dell'ex re dei paparazzi è tutta rivolta al prossimo martedì 5 giugno. In quella data, infatti, è fissata la prima udienza del processo d'appello per il fiume di soldi che era stato sequestrato a Corona: i famosi 2,6 milioni di euro trovati in parte nel controsoffitto della casa di una collaboratrice dell'ex agente dei vip e in parte in una cassetta di sicurezza di una banca austriaca. Per quei soldi Corona era stato arrestato nell'ottobre 2016 ed era tornato in carcere, a San Vittore. Al processo, in primo grado, era stato condannato a un anno per elusione fiscale: le accuse principali, tra cui l'intestazione fittizia di beni, erano cadute. Il pubblico ministero Paolo Storari, che aveva chiesto cinque anni di reclusione, ha però fatto appello: toccherà quindi ai giudici della seconda sezione penale decidere se Corona si sia macchiato anche delle imputazioni che erano cadute in primo grado. L'ex agente dei vip catanese si dice sicuro: "Vinceremo anche questa battaglia", ha detto ai cronisti che lo attendevano in tribunale.

Gran parte dei 2,6 milioni di euro sequestrati restituita a Corona

In un altro procedimento riguardante il destino del "tesoretto" di Corona, i giudici della Sezione misure di prevenzione avevano restituito a Corona la gran parte di quei 2,6 milioni di euro, ritenendoli soldi che Corona aveva lecitamente guadagnato, anche se in nero. I magistrati hanno trattenuto una quota del denaro corrispondente alle tasse da pagare, ma hanno invece confiscato la casa dell'ex re dei paparazzi, un prestigioso appartamento nella zona di corso Como a Milano, in via De Cristoforis. Al momento Corona, nel frattempo uscito dal carcere dopo aver ottenuto l'affidamento terapeutico per disintossicarsi dalla cocaina, abita ancora in quella casa: ma presto dovrà trovarsi una nuova dimora. Non ha sicuramente grossi problemi di liquidità: grazie anche a un attenuamento dei divieti impostigli dal magistrato di sorveglianza, Simone Luerti, l'ex re dei paparazzi è tornato a lavorare quasi a tempo pieno (deve infatti tornare a casa ogni sera entro le 20.30). Il suo volto come testimonial è sempre molto richiesto da diversi brand: il "marchio" Corona non si è offuscato dopo i lunghi mesi trascorsi in carcere.

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