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Brescia, epidemia del batterio Serratia agli Spedali Civili: “Medici non sono responsabili”

Secondo i periti i medici e il personale sanitario non sarebbero responsabili dell’epidemia di Serratia marcescens che ha colpito il reparto neonatale degli Spedali Civili di Brescia, provocando anche la morte del piccolo Paolo. Intanto continuano le indagini sulle quattro morti avvenute nello stesso reparto nella prima settimana di gennaio.
A cura di Chiara Ammendola
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In merito al caso di epidemia del batterio Serratia marcescens dello scorso che ha colpito i neonati ricoverati agli Spedali Civili di Brescia la scorsa estate, non ci sarebbe nessuna responsabilità da parte dei medici e del personale del reparto di Terapavia intensiva neonatale dell'ospedale di Brescia. È quanto si legge nella perizia depositata presso la procura di Brescia da dove era partita un'indagine dopo la morte di uno dei neonati colpiti dal batterio, con 16 persone iscritte nel registro degli indagati. Nulla di fatto dunque: le indagini proseguono per capire cosa sia accaduto in quel reparto e cosa abbia portato poi alla diffusione del batterio. I periti sono certi: "non vi sarebbero elementi di censura nel comportamento del personale sanitario".

Ieri la morte del piccolo Ivan, ricoverato al Civile dalla scorsa estate

Ieri la notizia della morte di un altro dei bambini colpiti dal batterio lo scorso luglio, il piccolo Ivan, nato prematuro e da mesi ricoverato in ospedale. Ma la struttura sanitaria assicura: la sua morte non è dovuto al batterio ma ad altre complicazioni. Intanto proseguono anche le indagini per cercare di ricostruire quanto accaduto ai quattro neonati morti nello stesso reparto del Civile di Brescia nella prima settimana di gennaio di questo nuovo anno. Quattro decessi per i quali la procura ha aperto una nuova indagine, per le quali ci sono state diverse ispezioni dei Nas e del ministero della Salute. Intanto ieri si sono celebrati i funerali del piccolo Marco, morto il 5 gennaio, al Civile: la madre ai microfoni di Fanpage aveva raccontato di voler sapere la verità e di non accusare nessuno della morte del piccolo. Per conoscere gli esiti dell'autopsia sul corpo del neonato e su quello delle altre tre vittime, sarà necessario attendere almeno 60 giorni.

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