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Uccise la moglie con cinque colpi di pistola: 30 anni di condanna per il marito di Valeria Bufo

Il 57enne Giorgio Truzzi è stato condannato a 30 anni di reclusione per l’omicidio della moglie, la 55enne Valeria Bufo. Il 19 aprile del 2018 l’uomo uccise la moglie con cinque colpi di pistola dopo averla affiancata in auto a un semaforo a Bovisio Masciago, in provincia di Monza e Brianza. Poi si andò a costituire dai carabinieri.
A cura di Francesco Loiacono
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La vittima, Valeria Bufo (Facebook)
La vittima, Valeria Bufo (Facebook)

Lui e la moglie si stavano separando e la donna, la 55enne Valeria Bufo, da tre settimane se n'era andata di casa. Quasi un anno fa, il 19 aprile del 2018, il marito dopo averla pedinata si affiancò alla sua auto ferma al semaforo in corso Italia, nel centro di Bovisio Masciago (Monza e Brianza), scese dalla sua vettura e sparò contro la moglie cinque colpi di pistola. Poi, mentre la donna era ancora agonizzante in auto, andò a costituirsi alla caserma dei carabinieri di Seveso. Valeria Bufo, soccorsa prima da alcuni passanti e poi dal 112, morì durante il trasporto in ospedale: due dei proiettili l'avevano raggiunta al cuore.

Il pubblico ministero aveva chiesto l'ergastolo

Per quel brutale omicidio, quasi un'esecuzione da killer, il 57enne Giorgio Truzzi è stato oggi condannato a 30 anni di carcere al termine del processo svoltosi con rito abbreviato davanti al giudice per l'udienza preliminare di Monza Silvia Pansini. Non è stata accolta la richiesta del pubblico ministero Stefania Di Tullio, che nonostante lo sconto di pena previsto dal rito abbreviato aveva chiesto di condannare Truzzi all'ergastolo. L'uomo doveva rispondere delle accuse di omicidio volontario con le aggravanti della premeditazione e del grado di parentela con la vittima, di ricettazione, detenzione e porto abusivi di arma (per la pistola utilizzata per il delitto, un grosso revolver) e di maltrattamenti in famiglia. Oltre alla condanna Giorgio Truzzi dovrà pagare anche una provvisionale di 300mila euro a ciascuno dei suoi tre figli, adesso tutti maggiorenni. L'uomo è stato inoltre escluso dall'eredità della moglie, che era originaria di Seveso e di professione faceva l'impiegata.

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