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Uccise il socio, niente ergastolo all’ex presentatore tv Alessandro Cozzi: pena ridotta a 24 anni

L’ex presentatore televisivo di Rai Educational Alessandro Cozzi è stato condannato in appello a 24 anni di reclusione per l’omicidio dell’imprenditore Alfredo Cappelletti, avvenuto a Milano nel 1998. In primo grado Cozzi era stato condannato all’ergastolo, ma la Corte d’assise d’appello ha escluso l’aggravante della premeditazione. Cozzi sta già scontando la condanna per un altro omicidio da lui commesso nel 2011.
A cura di Francesco Loiacono
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L'ex conduttore televisivo Alessandro Cozzi è stato condannato in appello a 24 anni di reclusione per l'omicidio dell'imprenditore Alfredo Cappelletti. In primo grado, nel luglio del 2017, Cozzi era stato condannato all'ergastolo. La Corte d'assise d'appello ha escluso però l'aggravante della premeditazione riducendo la pena per l'ex presentatore televisivo. Il delitto Cappelletti è stato a lungo un "cold case": risale al settembre del 1998, quando il corpo dell'imprenditore venne trovato senza vita, con una coltellata nel petto, nel suo ufficio di via Malpighi. Per due volte il caso era stato archiviato come suicidio, una tesi però sempre respinta dalla famiglia dell'imprenditore. La svolta era arrivata nel settembre 2016, quando dopo l'imputazione coatta da parte del giudice per le indagini preliminari Franco Cantù Rajnoldi, Cozzi era finito a processo per omicidio volontario con l'aggravante della premeditazione. Una tesi accusatoria che ha superato il primo grado di giudizio ma non l'appello, dove la premeditazione è caduta. La moglie della vittima ha comunque commentato: "Meglio di un'assoluzione", sottolineando come l'ex socio in affari del marito "almeno farà qualche anno in galera".

Cozzi è già stato condannato per un altro omicidio

Alessandro Cozzi, 61enne ex conduttore televisivo di Rai Educational, è già in galera. Nel febbraio del 2012 era infatti stato condannato a 14 anni per un altro omicidio, quello dell'imprenditore Enrico Vitiello, ucciso con oltre 50 coltellate nella sua agenzia di lavoro interinale per un debito di 17mila euro che Cozzi non voleva o non poteva saldare. Erano state proprio quelle considerate "assordanti analogie" tra i due delitti a spingere gli inquirenti a proseguire le indagini anche sul caso Cappelletti. A differenza del primo omicidio, da lui confessato, Cozzi si è sempre dichiarato innocente in relazione all'omicidio del suo amico ed ex socio Cappelletti.

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