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Frecciarossa deragliato a Lodi

Treno deragliato, il racconto di Federico: “Potevamo morire tutti”

Il racconto di Federico, ragazzo di 23 anni di Monza, che lo scorso 6 febbraio si trovava sul treno Frecciarossa 9595 che è deragliato nei pressi della stazione di Lodi, provocando la morte dei due macchinisti Giuseppe Cicciù e Mario Dicuonzo: “Potevamo morire tutti” ha detto Federico, che ha raccontato quegli attimi a Fanpage.it.
A cura di Valerio Papadia
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Federico si trovava sul treno Frecciarossa 9595, partito da Milano e diretto a Salerno, che mercoledì 6 febbraio è deragliato nei pressi della stazione di Ospedaletto Lodigiano, in provincia di Lodi, provocando la morte dei due macchinisti, Giuseppe Cicciù e Mario Dicuonzo, e il ferimento di 31 persone. A Fanpage.it, Federico, che aveva preso un Frecciarossa per la prima volta per raggiungere Roma, ha raccontato gli attimi terribili dell'incidente: "Alle 5.15 siamo partiti da Milano. Poi, alle 5.35, il treno è deragliato. In pochi secondi la carrozza nella quale mi trovava ha cominciato a muoversi: poi dai finestrini sono entrati sassi, ho visto i sedili ribaltarsi e le persone in preda al panico".

Federico, ancora scosso, prosegue il suo racconto: "Ho sentito un forte rumore venire dal davanti del treno e ho iniziato a urlare per svegliare i due ragazzi vicino a me che si erano addormentati. In pochi secondi, ci siamo aggrappati ai sedili per evitare di andare a sbattere contro qualcosa. Poi un grosso polverone si è alzato e dopo buio totale. Non sapevamo se il treno fosse ancora dritto, se si fosse ribaltato, se ci trovassimo ancora sui binari". Sul tempo in cui è durata tutta la tragedia, Federico risponde: "È stato così veloce che è difficile da quantificare quanto sia durato tutto. Quando ha tutta quella adrenalina e tutta quella paura, ti aggrappi soltanto al sedile e speri che andrà tutto bene".

Quando sono riusciti ad uscire dal treno, e sul posto sono arrivati i primi soccorsi, i sopravvissuti, tra cui Federico, sono stati aiutati a radunarsi per far sì che i soccorritori potessero constatare le loro condizioni di salute. "Sono ancora incredulo che sono riuscito ad uscire vivo da quel treno" conclude Federico.

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