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Su Avellino Sala ha detto una cosa alla Salvini (anche se si è scusato)

“Le chiusure domenicali? Le facessero in provincia di Avellino, qui a Milano non rompano le palle”. Questa la frase del sindaco di Milano Beppe Sala che ha scatenato le polemiche, polarizzando lo scontro tra sostenitori del governo giallo-verde e “avversari politici”. Sala si è poi scusato con tutti gli avellinesi, ma al di là di come la si pensi sulla questione è innegabile che la sua sia stata una “battuta alla Salvini”. E non è la prima volta.
A cura di Francesco Loiacono
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All'indomani del suo scivolone di stampo razzista, il sindaco di Milano Beppe Sala si è scusato con tutti gli avellinesi: "Ho usato loro come paragone per ironizzare sul ministro Di Maio". La frase che ha destato molte polemiche era relativa alle chiusure domenicali dei negozi, provvedimento annunciato in passato dal governo giallo-verde e che il leader del MoVimento 5 stelle e vice presidente del Consiglio Luigi Di Maio ieri aveva rilanciato: "Le facessero in provincia di Avellino, qui a Milano non rompano le palle", aveva detto il primo cittadino milanese. La frase aveva dato vita a un botta e risposta a distanza tra Sala e Di Maio: "Per il sindaco di Milano Sala i diritti delle persone sono una rottura di palle", aveva detto il ministro dello Sviluppo economico definendo poi Sala "un sindaco fighetto del Pd". La replica del primo cittadino era arrivata a stretto giro: "Quando il ministro Di Maio avrà lavorato nella sua vita il 10 per cento di quanto ho fatto io, sarà più titolato a definirmi ‘fighetto'. Non ho altro da aggiungere".

Nel clima da stadio che si respira nell'attuale situazione politica, le parole di Sala da una parte e di Di Maio dall'altra hanno catalizzato inevitabilmente le reazioni delle rispettive "fazioni", fortemente polarizzate. Al di là di come la si pensi sulla questione delle chiusure domenicali (e sulle idee politiche) è però innegabile – e le scuse di Sala ne sono la riprova – che il sindaco milanese abbia utilizzato un tono e una "battuta" lontana dallo stile che solitamente lo caratterizza. La sua è stata una battuta alla Salvini (almeno quello di un tempo, adesso ha spostato il focus dal Meridione ad altri Sud del mondo e ha trovato anche modo di criticare il sindaco definendolo irrispettoso), offensiva per i tanti meridionali che – e il sindaco lo sa bene – contribuiscono a fare di Milano quel "modello" che il sindaco adesso rivendica e che vede minacciato dalle iniziative dell'esecutivo a guida leghista-pentastellata.

Attenzione, però: non è la prima volta che Sala, con uno scarto da quello che è il suo stile, si abbandona a frasi che fanno storcere il naso a un certo tipo di elettorato progressista che dovrebbe rappresentare. Alcuni giorni fa, intervistato dal quotidiano "La Verità", a proposito di immigrazione Sala aveva detto: "È innegabile che oggi la tensione stia salendo. Chi sta arrivando negli ultimi anni (e probabilmente sarà così anche in futuro) – aveva affermato il sindaco riferendosi agli immigrati africani – ha spesso un livello di istruzione bassissimo e tanti non hanno alcuna professionalità lavorativa". L'affermazione aveva scatenato le critiche da sinistra: "Il sindaco si è immerso nel luogo comune ‘dell’uomo nero’, tipico del peggior razzismo", aveva scritto in una nota Milano in Comune.

Se è vero che due indizi non fanno una prova, è altrettanto vero che lo stesso sindaco nell'intervista al quotidiano diretto da Maurizio Belpietro ha fornito quella che potrebbe essere una chiave di lettura delle sue recenti uscite: "Sarebbe stupido nascondermi la verità. A Milano la Lega sta avanzando" aveva detto. Chissà che questa avanzata non stia convincendo il sindaco della necessità di adottare, su alcuni temi cari soprattutto all'elettorato leghista (ma anche grillino), posizioni nette unite da uno stile comunicativo che – risultati alla mano – ha portato il Carroccio di Salvini a essere nei sondaggi la prima forza politica del Paese. Le scuse di Sala hanno per il momento chiuso la questione: in futuro si vedrà su quale china il primo cittadino intenda proseguire il suo cammino alla guida di Milano.

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