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Strage A21, non ancora identificate le vittime. Il superstite: “Combattuto tra scappare e aiutarli”

Ascoltato in procura a Brescia l’unico sopravvissuto dell’incidente di due giorni fa sulla A21, nel quale sono morte sei persone: “Ho visto la morte in faccia e speravo che altri si fossero salvati scappando”, ha detto il conducente dell’autocisterna che ha preso fuoco dopo un tamponamento a catena. Non ancora identificate le cinque vittime, tra cui due bambini, a bordo di un’auto con targa francese. Un testimone: “Erano a Brescia per il Capodanno”.
A cura di Francesco Loiacono
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L'unico sopravvissuto dell'incidente di due giorni fa sull'Autostrada A21, a Brescia, è stato ascoltato in procura come persona informata dei fatti: "Ho sentito una gran botta che mi ha sollevato dal sedile. Poi una seconda. Ho visto un bagliore nello specchietto e sono scappato", ha detto Giovanni G., il conducente dell'autocisterna piena di gasolio esplosa dopo un tamponamento a catena. Nel rogo sono morte sei persone: cinque, tra cui due bambini, erano su un'auto con targa francese, una invece guidava il tir che ha innescato la carambola mortale. Proprio alla disattenzione dell'uomo, un italo macedone residente in Piemonte, sarebbe dovuto l'incidente: secondo la Polizia stradale non si è accorto che davanti a sé le vetture procedevano a rilento, probabilmente per un incidente avvenuto sulla carreggiata opposta dell'A21 e ha tamponato la vettura che lo precedeva, schiacciandola contro l'autocisterna.

Il camionista: "Ero combattuto tra aiutarli e scappare via"

Il camionista Giovanni G., che agli inquirenti aveva già rilasciato alcune dichiarazioni, è stato convocato dal sostituto procuratore di Brescia Roberta Panico per aiutarla a ricostruire la dinamica del tragico schianto: "Sono sceso dalla cabina del camion e mi sono reso conto della presenza dell'auto – ha detto l'uomo davanti al magistrato – Ero combattuto tra aiutarli e scappare via. L'auto era già avvolta dalle fiamme e i vetri oscurati dal fumo. Ho visto la morte in faccia e speravo che altri si fossero salvati scappando".

Parole drammatiche che, assieme alle tante immagini dell'incidente, ne restituiscono la gravità. Accentuata dal fatto che ancora non si riesca a dare un nome ad alcune delle vittime – le cinque persone che erano sulla Kia Sportage con targa francese – i cui corpi sono stati estratti carbonizzati dalla lamiere, praticamente sciolte dal calore sprigionatosi. Dalla Polstrada hanno specificato: "D'accordo con l'autorità giudiziaria non saranno fornite le generalità delle sei vittime fino a quando non sarà completato il riconoscimento di tutte". La comandante di Brescia, Barbara Barra, ha aggiunto che le autorità italiane sono in contatto con quelle francesi e che si sta seguendo un determinato protocollo che deve essere ancora completato.

Giallo sulle vittime, un testimone: Hanno passato il Capodanno a Brescia

Al momento si sa solo che la Kia Sportage era intestata a una coppia residente in Provenza. Non si sa se i due fossero a bordo dell'auto, anche se c'è chi è sicuro che le persone morte nell'incidente fossero i componenti di una famiglia francese che aveva trascorso il Capodanno a Brescia, in piazza della Loggia. Si tratta di un testimone citato dall'edizione bresciana del "Corriere della sera", che ha riferito di aver incontrato i cinque – papà e madre sulla cinquantina, due bambini piccoli e una ragazza adolescente – prima in piazza e poi in un parcheggio. Il testimone ricorda la Kia bianca e qualche altre dettaglio che potrebbe aiutare a identificarli, come il fatto che il papà avesse pagato con il bancomat la sosta: chissà se le verifiche incrociate potranno aiutare a dare un nome a quei resti carbonizzati.

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