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Scala, no all’ingresso dei sauditi nel cda. Sala: “Restituiamo i soldi, Pereira resta al suo posto”

Il consiglio di amministrazione del Teatro alla Scala di Milano ha votato all’unanimità contro la proposta di finanziamento da parte del governo dell’Arabia Saudita. Un’operazione che avrebbe comportato l’ingresso di un rappresentante del governo di Riad all’interno del cda della Scala. Sull’acconto milionario già versato dai sauditi, che aveva spinto il governatore lombardo Fontana a chiedere il licenziamento del sovrintendente Pereira, il sindaco Sala ha detto: “Restituiamo i soldi”. Sala ha poi aggiunto: “Pereira resta al suo posto”.
A cura di Francesco Loiacono
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Nessun rappresentante del governo dell'Arabia Saudita siederà, almeno per ora, nel consiglio di amministrazione del Teatro alla Scala di Milano. Lo ha annunciato il sindaco di Milano, che è anche presidente del teatro, al termine dell'atteso cda di quest'oggi che si doveva esprimere su un'operazione che da giorni aveva destato molte polemiche: "Si ritorna al punto zero", ha detto il primo cittadino milanese. I consiglieri hanno votato all'unanimità contro la proposta che prevedeva un finanziamento da parte dell'Arabia Saudita di 15 milioni di euro in cinque anni in cambio di concerti e dell'apertura di una sezione dell'Accademia (il know-how) a Riad. L'operazione avrebbe consentito a un rappresentante del governo saudita, nello specifico il ministro della Cultura Badr bin Abdullah bin Mohammed Al Farhan, di entrare a far parte del cda che guida la Fondazione Teatro alla Scala, di cui fanno parte come soci fondatori il governo italiano, Regione Lombardia e Comune di Milano. Un ingresso giudicato inopportuno da tanti sia per i problemi del governo saudita sul fronte dei diritti umani, sia sul piano puramente economico.

Sala difende il sovrintendente Pereira: Resta al suo posto

A infuocare il clima già teso alla vigilia della riunione odierna era stata la notizia di un acconto già versato dal governo saudita al sovrintendente Alexader Pereira, regista dell'operazione: "Restituiamo i soldi ai sauditi", ha detto il sindaco, lasciando aperto un piccolo spiraglio: "Vedremo se ci saranno altre possibilità di collaborazione". Riad aveva già versato come acconto per l'operazione tre milioni e centomila euro: la notizia di questo pagamento anticipato, arrivato prima della decisione odierna del cda, aveva fatto infuriare il governatore della Lombardia Attilio Fontana che, a proposito del comportamento tenuto da Pereira, lo aveva definito "da licenziamento". Il sindaco Sala ha invece difeso il sovrintendente austriaco, il cui mandato scade nel 2020: "Certamente rimane al suo posto, non è in discussione". E a proposito delle parole del governatore leghista, con il quale il sindaco si è scontrato più volte in questi ultimi mesi (sull'aumento del biglietto dei mezzi pubblici a due euro, sul ticket integrato e anche sulla vicenda legata al possibile ingresso dei sauditi alla Scala), Sala lo ha invitato a rivolgersi al consigliere della Regione nel cda della Scala, Philippe Daverio, per proporre eventualmente il licenziamento di Pereira nella sede più opportuna.

Non sono mancate le polemiche neanche dopo la decisione del cda di voler restituire l'acconto pagato dal governo saudita. Alessandro Morelli, deputato della Lega e capogruppo del Carroccio a Palazzo Marino, ha criticato in particolar modo il motivo addotto da Sala per la restituzione dei soldi: "Sala annuncia di voler restituire i 3 milioncini all'Arabia Saudita per la Scala perché ‘i bonifici non hanno rispettato le regole della donazione'" – ha detto Morelli in una nota – Si attacca al burocratese per giustificare il fatto che lo abbiamo beccato con le mani nella marmellata. Oltre al danno la beffa!". E la consigliera comunale e regionale del gruppo misto Silvia Sardone ha definito quanto accaduto oggi "una retromarcia clamorosa, che costringe il sindaco Sala e il sovrintendente Pereira ad ammettere che la fuga in avanti verso i sauditi era sbagliata e inopportuna".

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