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Sauditi nel Cda della Scala, Morelli (Lega): “Errore sul piano dei diritti umani ed economico”

In un’intervista a Fanpage l’onorevole Alessandro Morelli, deputato della Lega e capogruppo del Carroccio a Palazzo Marino, fa il punto sul possibile ingresso dei sauditi nel consiglio di amministrazione del Teatro alla Scala: “Non credo sia una buona operazione né di marketing né imprenditoriale”, dice Morelli, senza sottovalutare la critica più importante: “Parliamo di rapporti con uno dei Paesi che ha il minor livello per quanto riguarda la tutela e la difesa dei diritti dell’uomo”.
A cura di Francesco Loiacono
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Continua a tenere banco a Milano la vicenda del possibile ingresso di un rappresentante del governo dell'Arabia Saudita nel Consiglio di amministrazione del Teatro alla Scala. Alessandro Morelli, deputato della Lega e capogruppo del Carroccio a Palazzo Marino, ha spiegato nel corso di un'intervista a Fanpage perché l'operazione è a suo dire un errore sia sul piano dei diritti umani sia su quello puramente economico: "Il quadro ci dice che per tre milioni all'anno per cinque anni, cioè 15 milioni di euro, l'Arabia Saudita potrebbe accedere nel Cda del più importante teatro del mondo – fa il punto Morelli – La vicenda è partita nel dicembre del 2018, il percorso è stato promosso da un lato dal sovrintendente Alexander Pereira e dall'altro valutato dal Cda della Scala". Eppure, come sottolinea Morelli, "fino ad oggi la possibile operazione è rimasta sottaciuta: quando è arrivata sulle notizie di cronaca (dopo un'intervista di Pereira al quotidiano "La Stampa", ndr) ha creato molto dibattito perché stiamo parlando di rapporti con uno dei Paesi che dal punto di vista mondiale ha il minor livello per quanto riguarda la tutela e la difesa dei diritti dell'uomo", ha spiegato Morelli citando, tra i tanti, il caso dell'omicidio del giornalista e dissidente saudita Jamal Khashoggi. Il silenzio secondo Morelli è stato determinato proprio perché si sapeva che ci sarebbero state polemiche. Eppure a quanto pare neanche il rappresentante della Regione Lombardia (a a guida leghista) nel Cda della Scala, Philippe Daverio, ha avuto modo di informare il governatore sull'operazione in atto: "È possibile ci sia stata una mancata comunicazione, approfondiremo", ha spiegato Morelli, che però punta il dito anche sul sindaco Sala, che qualche giorno fa aveva detto a proposito di Fontana: "Più di uno non resiste alla tentazione di partecipare al gioco del ‘io non c’ero e se c’ero dormivo'". "Accusare qualcuno di non essere stato ben informato senza ricordarsi di essere stato presente è piuttosto ridicolo", dice il deputato e consigliere comunale del Carroccio.

Morelli: Sorprende la leggerezza del Comune sulla vicenda

Il mancato rispetto dei diritti umani da parte dell'Arabia Saudita è secondo Morelli, un tema fondamentale: "Dal punto di vista politico colpisce come l'amministrazione comunale milanese targata Pd, spesso paladina della difesa e tutela dei diritti umani, si approcci in maniera così semplice, senza approfondire, con un Paese che ha dei risvolti molto negativi". Ma c'è un problema anche a livello economico: "Anche il Louvre ha fatto un accordo con Abu Dhabi per un miliardo di euro in 30 anni", è l'esempio fatto da Morelli: tanti soldi per prestare le opere. La Scala invece "cederebbe il proprio know-how, una cosa molto diversa da un semplice prestito. Per questa ragione diciamo che se il prestito per i francesi vale un miliardo di euro, la cessione del know-how per soli tre milioni di euro all'anno non credo sia una buona operazione né di marketing né imprenditoriale. Mi sembra strano – aggiunge ironicamente Morelli – considerando i grandi manager che guidano il Comune di Milano".

L'esponente leghista ha presentato un'interrogazione al ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli per chiedere la sua posizione sull'argomento e soprattutto quanto possa valere l'operazione tenendo conto di tutti gli aspetti in ballo: "Diritti umani, presenza nel Cda, investimento e cessione del proprio know-how. Quanto vale tutto questo? Secondo me tantissimo, non certo i 15 milioni che sono una semplice mancetta per permettere a qualcuno di entrare nella nostra città e avere dei risvolti positivi più per lui che per Milano".

Sulle dimissioni di Pereira: Potremmo rivalutare la posizione se riconosce l'errore

Il 18 marzo è atteso il Cda decisivo sul possibile ingresso dei sauditi: "Il cda è totalmente autonomo, ritengo che i rappresentanti della Regione e del ministero terranno una posizione molto chiara contro questa iniziativa. Mi auguro che facciano altrettanto i rappresentanti del Comune di Milano perché stiamo parlando degli interessi della nostra città, che devono essere messi prima di qualunque altro interesse economico". Il futuro del sovrintendente Pereira sembra ormai essere compromesso. La Lega ne ha già chiesto le dimissioni, anche se Morelli sembra poter aprire a una "seconda possibilità" per il sovrintendente: "Mi sembra che Pereira con queste mosse abbia già decretato il suo futuro – dice Morelli, che poi però ammorbidisce i toni – Certo se ci sarà una nuova occasione, una nuova stagione, magari aumentando i contatti della Scala in giro per il mondo, questo potrà far rivalutare la nostra posizione su Pereira. Un errore ci può stare, purché venga riconosciuto come un errore".

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