Regionali Lombardia 2018, prime parole di Fontana da governatore: “Una buona vittoria”
Prime parole di Attilio Fontana da governatore della Lombardia. Il leghista ex sindaco di Varese, candidato del centrodestra, nel tardo pomeriggio di oggi, a scrutinio ancora aperto, ha tenuto una conferenza stampa nella storica sede della Lega in via Bellerio a Milano, dove è stato raggiunto anche dal segretario Matteo Salvini: "Un ringraziamento sentito ai lombardi, è stata una campagna faticosa ma molto molto bella. I risultati non sono ancora definitivi ma penso si sia trattato di una buona vittoria. E quindi sulla base di questi numeri riprenderemo il cammino di 23 anni di buon governo del centrodestra ma con la grande novità della riforma per l'autonomia". Fontana ha poi risposto alle domande dei cronisti sulla sua squadra di governo: "Ho in mente più di un nome ma me li tengo per me. Ci saranno sicuramente persone di qualità. Credo che la distinzione fra politici e non politici sia superata, ma credo si debba fare tra le persone capaci e quelle che non lo sono".
"Saremo pronti ad affrontare i problemi – ha poi aggiunto Fontana – Parleremo di lavoro, di trasporti, di sanità. Ringrazio tutte le persone che hanno consentito di raggiungere questo risultato che per me è bellissimo: Matteo Salvini che ha scelto il mio nome, il mio segretario Paolo Grimoldi, tutti gli amici e le amiche. Sono convinto che queste elezioni hanno dimostrato come la politica tanto bistrattata negli ultimi anni possa avere il sopravvento. La buona politica deve essere un punto di riferimento per i nostri cittadini", ha detto Fontana, che ha poi attribuito a Salvini e alla Lega il merito più grande per la vittoria.
"Con Maroni (il suo predecessore, ndr) mi sono sentito dieci minuti fa. Abbiamo in programma una serie di incontri per parlare delle cose che sono sul tavolo. Il problema principale che in questo momento avvertono i cittadini è il lavoro. Bisogna fare un punto della situazione, vedere le politiche positive fatte da Maroni e cercare se possibile di implementare queste scelte", ha detto Fontana, che ha poi risposto a una domanda di una cronista sulla sua gaffe sulla "razza bianca" in campagna elettorale: "Ribadisco che ho commesso un errore e di questo ho ripetutamente chiesto scusa – ha detto Fontana, che ha poi aggiunto – Ci saranno rapporti con tutti i membri della maggioranza e anche con molti membri dell'opposizione con cui ho interloquito".
Lo spoglio non è ancora concluso
Lo spoglio delle schede, iniziato attorno alle 14, è ancora in corso (alle 18.30 erano state scrutinate circa 1.100 sezioni su 9.227). Ma man mano che lo scrutinio andava avanti e che si succedevano le proiezioni, la vittoria di Fontana è diventata lampante, tanto da assumere le dimensioni di un vero e proprio trionfo. Il distacco tra Fontana e il suo avversario più accreditato, Giorgio Gori, è arrivato ad essere di oltre 15 punti percentuali: per l'ex sindaco di Varese si prospetta una vittoria netta, con un risultato ben superiore a quello ottenuto nel 2013 dal suo precedessore, Roberto Maroni. La vittoria di Fontana, fortemente voluto dalla Lega e da Salvini come successore di Maroni, è la ciliegina sulla torta di questa tornata elettorale per il Carroccio, che ha ottenuto un risultato storico anche alle Politiche.
Una campagna elettorale senza scossoni
Alle Regionali lombarde hanno votato oltre 5 milioni e 760mila persone, per un'affluenza pari al 73 per cento, di poco inferiore rispetto al 2013 (quando il dato si attestò al 76,7 per cento). La campagna elettorale non ha vissuto grossi scossoni, se non nel momento in cui il governatore uscente Maroni ha annunciato a sorpresa la sua decisione di non ricandidarsi per "motivi personali". A quel punto si è aperto un totonomi per il possibile sostituto, che si è concluso con la candidatura dell'ex sindaco di Varese. Fontana ha esordito con una gaffe dal sapore razzista sulla "razza bianca" a rischio a causa dell'immigrazione. Dopo essersi scusato ha cercato per quanto possibile di evitare i confronti pubblici con gli altri candidati, tanto da meritarsi l'hashtag #candidatofantasma da parte del Pd e di Giorgio Gori. Ma il Partito democratico si trova adesso al cospetto con un vero e proprio flop: la sensazione è che sarebbe stato sconfitto anche da un vero "candidato fantasma".
Flop per Giorgio Gori e il Pd
La performance dello sconfitto, Giorgio Gori, è decisamente insufficiente e lontana dal risultato ottenuto da Umberto Ambrosoli nel 2013. Certo, allora la sinistra si era presentata più o meno unita, anche se il pessimo risultato del candidato governatore di Liberi e uguali Onorio Rosati (attorno al due per cento) lascia intendere che un "apparentamento" tra Pd e Leu non sarebbe comunque stato determinante. Il sindaco di Bergamo ha raggiunto il comitato elettorale allestito in corso Buenos Aires a Milano (lo stesso di Beppe Sala alle ultime amministrative) solo nel tardo pomeriggio, quando ormai la dimensione della sconfitta è diventata eclatante: "I temini sono chiari: è stata una vittoria del centrodestra – sono state le prime parole di Gori da sconfitto – Ho telefonato a Fontana per complimentarmi. Ci sono 22 punti di distacco tra centrodestra e centrosinistra alle Politiche e un po’ meno per le Regionali: quindi il voto politico si è di fatto travasato in quello lombardo. Errori come a livello nazionale? No, penso di aver fatto la miglio campagna elettorale che potessi fare".
Il MoVimento 5 stelle terzo, ma guadagna voti rispetto al 2013
Discorso a parte per il candidato del MoVimento 5 stelle, Dario Violi. Anche se i risultati provvisori lo danno terzo, molto staccato dai due principali competitor, i numeri indicano comunque come il M5s sia cresciuto rispetto alle Regionali del 2013. Il MoVimento continua insomma a non sfondare in Lombardia, ma erode progressivamente sempre più fette di consenso anche qui (come anche nelle periferie milanesi).