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Quarto Oggiaro, benefattore musulmano dona l’acqua al quartiere: è il simbolo della rinascita

La vedova di un uomo di origini arabe ha deciso di donare un distributore di acqua fresca a tutti i residenti del quartiere, in memoria del marito. Succede a Quarto Oggiaro, alla periferia di Milano. Un gesto semplice diventa così il simbolo della rinascita di una zona che, negli ultimi anni, sta cercando di scrollarsi di dosso i retaggi di un passato fatto di criminalità e illegalità diffusa.
A cura di Francesco Loiacono
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Il distributore d'acqua a Quarto Oggiaro (foto di Cristina Rota)
Il distributore d'acqua a Quarto Oggiaro (foto di Cristina Rota)

Una piccola opera di bene in un quartiere in passato considerato "difficile". Un gesto semplice che riesce a mettere in moto un circolo virtuoso e, al tempo stesso, diventa il simbolo di una rinascita. Succede a Quarto Oggiaro, periferia nord ovest di Milano. Una zona della città dove i problemi naturalmente restano, ma che negli ultimi anni sta cercando di scrollarsi di dosso i retaggi di un passato fatto di criminalità e illegalità diffusa.

Il simbolo di quanto sta avvenendo nel quartiere è un distributore di acqua potabile. Uno di quei boccioni che normalmente si trovano negli uffici e che, da qualche giorno, fa bella mostra di sé all'esterno di una rosticceria e macelleria islamica in via Pascarella. Tutti si possono fermare per dissetarsi: bevono i bambini, gli adulti, gli anziani spesso soli in questi giorni estivi.

L'acqua donata da un benefattore musulmano

Tutto gratis, perché quest'acqua è un dono. Si tratta del "lascito" di un uomo di origini arabe che è scomparso a marzo, dopo aver vissuto a lungo nel quartiere. In zona l'uomo era conosciuto per la sua generosità, per l'aiuto che non faceva mai mancare agli altri. E la moglie, dopo la sua scomparsa, ha deciso di fare in modo che il marito potesse continuare, in un'altra maniera, ad aiutare la gente del quartiere: "Opera di bene", si legge in italiano e arabo su un cartello affisso sul distributore all'esterno della rosticceria, il cui titolare, un egiziano, era molto amico del benefattore.

Il gesto raccontato su Facebook da un'abitante del quartiere

A raccontare e documentare con alcune foto il bel gesto dei due coniugi è stata Cristina Rota, architetto e co-titolare dell'agenzia di comunicazione Rota&Jorfida. Cristina è nata a Quarto Oggiaro nel 1971: ne ha vissuto quindi uno dei periodi più difficili, gli anni Ottanta. Poi, dopo essere stata in giro per il mondo durante e dopo gli studi universitari, ha deciso di tornare a vivere a Quarto nel 2007, dopo la nascita della sua bambina: "Volevo che mia figlia avesse l'opportunità di crescere e vivere a Quarto Oggiaro, e lo dico senza ironia: se io oggi sono la donna che sono è perché sono cresciuta qui".

Cristina, figlia di genitori da sempre impegnati fattivamente per migliorare il quartiere, ha vissuto in prima persona la trasformazione positiva di Quarto. E si è emozionata quando, passeggiando su via Pascarella, una delle vie più difficili della zona, si è imbattuta nel boccione d'acqua: "Un gesto di una poesia unica – ha spiegato – Un gesto altamente simbolico, perché l'acqua è vita". Su Facebook Cristina ha scritto: "Un uomo gentile muore. Sua moglie decide di fare un'opera di bene per la comunità. Qui bevono tutti acqua fresca gratuita così l'uomo gentile può continuare ad avere cura della gente. Succede a Quarto. E io sono felice". E il suo post ha ricevuto moltissimi apprezzamenti e condivisioni.

Il presidente del Consiglio di Municipio: Il clima sta cambiando

Tra coloro che hanno commentato positivamente il gesto del benefattore c'è anche il presidente del Consiglio di Municipio 8 Fabio Galesi. Anche lui da anni è attivamente impegnato in prima persona per migliorare il quartiere: non si risparmia quando, d'inverno, interviene negli stabili popolari dove il riscaldamento non funziona, o quando c'è da far rispettare le regole. È il primo a riconoscere come i problemi siano ben lungi dall'essere risolti: lui stesso è stato in passato oggetto di minacce da parte di malavitosi della zona. D'altronde i locali chiusi perché ritrovi abituali di pregiudicati – nel 2015 toccò al bar "Quinto" proprio in via Pascarella, dove nel 2009 venne ucciso Francesco Crisafulli – e le lamentele degli inquilini delle case popolari di via Lopez per il degrado e le occupazioni abusive dimostrano, tra le tante cose, quanto lavoro ci sia ancora da fare: "Ma il clima sta cambiando", spiega Galesi, che oltre a riconoscere il valore simbolico del gesto del benefattore – il dono dell'acqua, fatto per lo più da un cittadino musulmano, elemento che non può passare in secondo piano in questo particolare momento storico – sottolinea anche come stia cambiando l'atteggiamento degli abitanti del quartiere nei confronti dei problemi da affrontare: meno omertà, più partecipazione e condivisione.

La visita di Laura Boldrini

Anche le istituzioni, che spesso faticano a rincorrere e leggere la realtà quotidiana, si sono accorte della trasformazione in atto a Quarto. Non è un caso se, lo scorso novembre, la Presidente della Camera Laura Boldrini è stata in visita nel quartiere, nell'ambito di un viaggio nelle periferie d'Italia. La Boldrini ha trovato una realtà diversa da quella di altre periferie problematiche, come lo Zen di Palermo o Scampia. Ha pranzato con alcuni abitanti, invitandoli a Montecitorio. Lo scorso lunedì una delegazione composta da amministratori del Municipio 8 e da associazioni attive nel campo sociale ha ricambiato la visita a Montecitorio: "Credo che la loro sinergia sia un buon esempio di partecipazione democratica e vitalità a cui bisogna ispirarsi. Perché il cambiamento parte dalle periferie", ha affermato la Presidente della Camera. E Quarto Oggiaro si è già messo in viaggio.

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