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Bimbo di due anni ucciso di botte dal padre

“Può uccidere ancora”: resta in carcere il padre che ha ammazzato il figlio di due anni a Milano

“Può uccidere ancora e può fuggire”: con queste motivazioni il giudice per le indagini preliminari di Milano ha convalidato il fermo per Aljica Hrustic, il 25enne reo confesso dell’omicidio del figlio di due anni, il piccolo Mehmed, disponendo che l’uomo resti nel carcere di San Vittore, dove si trova da mercoledì. Aljica ha confessato di aver picchiato a morte il figlio perché non smetteva di piangere: forse il piccolo si lamentava perchè lo stesso genitore gli aveva procurato ustioni ai piedi con un accendino o sigarette. La prossima settimana sarà effettuata l’autopsia: intanto questa sera il quartiere San Siro ricorderà il bimbo ucciso con una fiaccolata.
A cura di Francesco Loiacono
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Aljica Hrustic e il figlio Mehmed, due anni, ucciso di botte dal padre
Aljica Hrustic e il figlio Mehmed, due anni, ucciso di botte dal padre
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Resta in carcere Aljica Hrustic, il 25enne reo confesso dell'omicidio del figlio di due anni, il piccolo Mehmed. Secondo il giudice per le indagini preliminari di Milano Valerio Natale sussistono nei confronti dell'uomo il rischio di reiterazione del reato e quello della fuga. Aljica potrebbe quindi uccidere ancora secondo il giudice che oltre a disporre la misura cautelare in carcere per l'uomo ne ha convalidato il fermo. L'orrendo delitto commesso dal 25enne è stato scoperto all'alba di mercoledì in una casa popolare in via Ricciarelli 22 a Milano, zona San Siro. Sono stati gli stessi genitori di Mehmed, Aljica e la moglie 23enne, già con cinque figli e in attesa del sesto, a dare l'allarme. Quando i soccorritori sono entrati nell'appartamento, una casa popolare dell'Aler occupata abusivamente, il bambino era già morto e aveva i piedi fasciati da bende: in un primo momento si pensava che il piccolo fosse stato legato, ma in realtà si trattava probabilmente di medicazioni fatte dalla madre del piccolo per curare ustioni che gli erano state procurate ai piedi dal padre con un accendino o con delle sigarette. Un dettaglio inquietante emerso nelle ultime ore e che spiegherebbe anche perché il bambino si lamentava e piangeva: sarebbe stato proprio per questo motivo che il padre lo ha picchiato, uccidendolo.

L'autopsia sul corpo di Mehmed sarà eseguita nelle prossime ore

"Il bambino si lamentava e non riuscivo a dormire. L'ho picchiato, poi l'ho visto morto, ma non credevo che l'avrei ucciso". Così Aljica Hrustic aveva detto ieri davanti al pubblico ministero Giovanna Cavalleri che lo ha sentito nel carcere di San Vittore. L'uomo dopo il delitto aveva provato a fuggire, allontanandosi con le sue due figlie femmine dall'appartamento e trovando riparo in un'abitazione di via Manzano, al Giambellino. La sua fuga era però durata poche ore. Adesso il racconto fatto dal papà del bambino, che sostanzialmente ha sempre confermato la stessa versione dei fatti, dovrà essere corroborato dai risultati dell'autopsia. L'esame autoptico, che verrà eseguito all'inizio della prossima settimana, servirà a chiarire sia l'esatta causa della morte, sia se il bimbo avesse subito violenze nei giorni precedenti alla fatale notte in cui il suo papà lo ha ucciso di botte.

Questa sera la fiaccolata per Mehmed nel quartiere

Per ricordare il bimbo ucciso e per sensibilizzare sulla tutela dei tanti bambini che, come Mehmed, vivono in condizioni molto difficili, questa sera alle 20 gli abitanti del quartiere San Siro hanno organizzato una fiaccolata. La manifestazione partirà dal civico 22 di via Ricciarelli e terminerà in piazzale Selinunte, attraversando il cuore della parte più popolare del quartiere San Siro: una zona dove coesistono da un lato eleganti condomini e ville abitate da calciatori e dall'altro caseggiati popolari dove spesso regna il degrado e le persone vivono tra mille problemi.

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