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Autista dà fuoco a un bus pieno di studenti

“Può fare un’altra strage”: per la procura l’attentatore Ousseynou Sy deve restare in carcere

Secondo la procura Ousseynou Sy, l’autista 47enne che mercoledì mattina ha incendiato un bus pieno di bambini a San Donato Milanese, deve restare in carcere perché può colpire ancora e tentare un’altra strage. Il 47enne è in carcere a San Vittore, nel reparto “protetti”: non si è pentito del suo gesto ma ha ribadito che non voleva fare male a nessuno, ma solo compiere un gesto eclatante. È accusato di sequestro di persona, incendio, resistenza e strage con l’aggravante del terrorismo.
A cura di Francesco Loiacono
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Deve restare in carcere perché può colpire ancora e compiere azioni simili, quindi tentare un'altra strage. Per questo motivo secondo la procura Ousseynou Sy, l'autista 47enne che mercoledì mattina ha dirottato un bus pieno di studenti a Crema e lo ha poi incendiato a San Donato Milanese, deve restare in carcere. Il 47enne si trova da mercoledì notte a San Vittore. Inizialmente era detenuto nel quinto raggio assieme ad altri detenuti, ma dopo che la sua cella è stata bersagliata dal lancio di uova e arance è stato spostato nel reparto protetti, quello dove si trovano i detenuti per reati contro donne e minori, i pentiti e gli ex appartenenti alle forze dell'ordine. È nel carcere di San Vittore che Sy affronterà l'interrogatorio di convalida dell'arresto. I pubblici ministeri Luca Poniz e Alberto Nobili, che indagano sulla vicenda, hanno evidenziato il pericolo di reiterazione del reato come esigenza cautelare, sottolineando anche come Sy non si sia pentito del gesto: "Non sono pentito, quello che ho fatto lo rifarei altre cento volte".

Sy avrebbe già tentato di compiere la strage lunedì mattina

Le accuse di cui l'uomo deve rispondere sono pesantissime: sequestro di persona, incendio, resistenza e strage con l'aggravante della finalità terroristica. A queste accuse si aggiunge l'aggravante delle premeditazione: l'uomo ha ammesso di aver comprato le taniche di benzina e le fascette utilizzate per la tentata strage giorni prima e secondo quanto riferito da alcuni bambini aveva già tentato di dirottare il bus pieno di studenti lunedì mattina, ma era stato poi fermato dall'intervento di un professore. Dal suo canto Sy continua a sostenere che non voleva fare del male a nessuno. Voleva solo fare un gesto eclatante per dare un segnale all'Africa, convincere gli africani a non venire in Europa in maniera da evitare altre morti nel mar Mediterraneo. Aveva in un certo senso anticipato il gesto in un video caricato su Youtube: voleva usare i bambini come scudo e raggiungere l'aeroporto di Linate per imbarcarsi su un volo per il Senegal. A suo dire l'incendio sul bus (che aveva cosparso di benzina nel tragitto tra Crema e San Donato) sarebbe scoppiato in maniera accidentale: ma le testimonianze di alcuni carabinieri e anche degli studenti a bordo sono diverse. Per avere ulteriori chiarimenti sulla mattinata di terrore vissuta mercoledì mattina a San Donato e sulle reali intenzioni di Sy bisognerà dunque attendere l'interrogatorio di convalida del giudice per le indagini preliminari Tommaso Perna.

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