Processo per l’aggressione a Niccolò Bettarini: “Accoltellato per aver aiutato un amico”
Nuova udienza del processo in corso ai danni dei presunti aggressori di Niccolò Bettarini, il 20enne figlio di Stefano Bettarini e Simona Ventura picchiato e accoltellato lo scorso 1 luglio all'esterno della discoteca Old Fashion di Milano. Oggi c'era molta attesa per la deposizione di Bettarini, ascoltato dal giudice per l'udienza preliminare Guido Salvini. L'udienza era a porte chiuse ma al termine il 20enne e il suo avvocato Alessandra Calabrò si sono intrattenuti con i cronisti presenti al tribunale di Milano. Il giovane Bettarini ha confermato di essere stato riconosciuto dai suoi aggressori, come era emerso da una frase agghiacciante ("sei Bettarini, ti uccidiamo") nei giorni successivi all'aggressione. La frase è stata confermata da Bettarini e anche da una sua amica (ascoltata oggi dal giudice assieme a un amico del ragazzo), anche se il 20enne ha detto che il vero motivo dell'aggressione secondo lui è stato il fatto di essere "entrato in qualcosa di scomodo perché volevo solo aiutare un amico".
L'avvocato di Bettarini: Esame determinante per l'accertamento definitivo dei fatti
Le deposizioni di Bettarini e dei suoi amici secondo l'avvocato Calabrò sono state determinanti "per l'accertamento definitivo dei fatti". In aula i tre testimoni avrebbero fornito la stessa versione su quanto accaduto lo scorso 1 luglio. Per l'accoltellamento ai danni del 20enne sono imputati quattro giovani tra i 23 e i 29 anni: Davide Caddeo, Alessandro Ferzoco, Andi Arapi e Albano Jakej. Tutti hanno scelto il rito abbreviato e devono rispondere di tentato omicidio: il pubblico ministero Elio Ramondini ha chiesto per loro dieci anni di reclusione. La prossima udienza del processo è in programma il 9 gennaio.