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Palazzo esploso a Sesto San Giovanni, l’ipotesi del gesto volontario: aperta un’inchiesta

Potrebbe non essere stato un incidente a causare l’esplosione che, all’alba di domenica, ha sventrato il quinto e ultimo piano di un palazzo a Sesto San Giovanni, a nord di Milano, provocando sei feriti. La procura di Monza ha aperto un’inchiesta a carico di ignoti per crollo colposo: al lavoro la squadra giudiziaria dei vigili del fuoco. C’è un inquietante precedente: la strage di via Brioschi, a Milano.
A cura di Francesco Loiacono
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Il palazzo sventrato dall'esplosione (LaPresse)
Il palazzo sventrato dall'esplosione (LaPresse)

Potrebbe non essere stato un incidente a causare l'esplosione che, all'alba di domenica, ha sventrato il quinto e ultimo piano di un palazzo a Sesto San Giovanni, a nord di Milano. Lo riporta il quotidiano "Il Giorno", che spiega come la procura di Monza abbia aperto un fascicolo, al momento a carico di ignoti, con l'ipotesi di reato di crollo doloso. Si cerca di capire se l'esplosione che ha distrutto due appartamenti in via Villoresi, causando sei feriti per fortuna non gravi, possa essere stata causata non da una semplice fatalità – una fuga di gas – ma da un errore umano o, nella più cupa delle ipotesi, da un gesto volontario.

Il precedente: la strage di via Brioschi a Milano

La memoria ritorna a quanto accaduto nel giugno del 2016 in via Brioschi a Milano, quando una tremenda esplosione sventrò una palazzina e causò tre morti. Si scoprì che a provocarla era stato uno degli inquilini della palazzina, Giuseppe Pellicanò, poi condannato all'ergastolo per strage: svitò il tubo del gas per "punire" la compagna, Micaela Masella, morta nell'esplosione assieme ai due giovani fidanzati Chiara Magnamassa e Riccardo Maglianesi, che abitavano nell'abitazione accanto a quella di Pellicanò. Nel tremendo scoppio rimasero ferite anche le due bimbe piccole di Pellicanò e Masella.

Al lavoro la squadra giudiziaria dei vigili del fuoco

Nel caso dell'esplosione in via Villoresi nessuna ipotesi è al momento esclusa: per chiarire le circostanze dello scoppio nella palazzina sventrata è al lavoro la squadra giudiziaria dei vigili del fuoco, che dovrà capire il punto preciso da cui è partita la perdita di gas all'origine dell'esplosione. Sembra accertato che la fuga di gas sia partita dall'appartamento in cui abitava un anziano di 73 anni, una delle sei persone rimaste ferite nello scoppio: l'anziano si è procurato ustioni alle braccia. L'uomo ha già raccontato di essere andato a letto subito dopo aver cenato, intorno alle 19.30 di sabato sera, e di essere stato poi svegliato dall'esplosione. Intanto la palazzina sventrata, subito evacuata dai vigili del fuoco, resterà sotto sequestro per altre due settimane: solo dopo partiranno i lavori di messa in sicurezza. Le famiglie evacuate, nel frattempo, troveranno ospitalità presso immobili del Comune destinati alla vendita.

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