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Omicidio Stefania Crotti, uccisa e bruciata

Omicidio Stefania Crotti, dal carcere le prime parole dell’assassina: “Vorrei essere morta io”

Le prime parole di Chiara Alessandri dal carcere di Brescia dove si trova in stato di fermo sono per Stefania Crotti: “Non doveva andare così. Vorrei essere al posto di Stefania e che lei non fosse nel mio”, ripete la donna rea confessa dell’omicidio della moglie del suo ex amante, avvenuto lo scorso 17 gennaio.
A cura di Chiara Ammendola
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Si sente persa Chiara Alessandri, la donna rea confessa dell'omicidio di Stefania Crotti, uccisa il 17 gennaio scorso a Gorlago, nella Bergamasca. Come riportato da Il Giorno le prime parole che la 43enne pronuncia dal carcere Verziano di Brescia, dove si trova, sono rivolte proprio alla vittima: "Vorrei svegliarmi come in un film e tornare indietro di una settimana. Vorrei essere al posto di Stefania e che lei non fosse nel mio". Ma Stefania è morta e lei si trova ora in carcere con l'accusa di aver ucciso la moglie dell'uomo col quale aveva avuto una breve storia. Chiara però continua a negare di aver dato fuoco al corpo della povera Stefania così come continua a sostenere che la donna sia morta cadendo e sbattendo la testa sulla porta, una spinta. Una versione che fa a pungi con i tanti indizi raccolti dai carabinieri che stanno indagando senza sosta dal giorno del ritrovamento del cadavere carbonizzato della vittima.

Continua a negare di aver dato fuoco al corpo di Stefania

Il pensiero di Chiara poi è rivolto ai figli, a quei tre bambini che lei, è certa, non vedrà più: "La prima persona con cui vorrei parlare è mia madre, per sapere cosa sanno e cosa non sanno i miei figli della mia situazione – spiega la donna – è meglio aspettarsi il peggio. Il pensiero è quello di non tornare più a casa". È consapevole che dovrò difendersi dalle pesanti accuse e cercare di dimostrare la sua tesi, la sua verità. Sa anche che l'omicidio ha scosso tantissime persone, vicine e lontane, e che non è facile ora far passare un'immagine diverse della sua persona, diversa dal ritratto di un'assassina calcolatrice e cinica.

Non doveva andare così

Trascorre le sue giornate in compagnia di un libro e della donna che è in cella con lei. La sveglia suona alle 6 e il giorno termina alle 21.30. Chi l'ha vista racconta di una donna provata, dallo sguardo perso nel vuoto e dal pianto continuo, che accompagna ogni suo principio di racconto, ogni suo pensiero rivolto ai figli. Pensa in continuazione a quello che è successo Chiara e riesce solo a ripetere: "Non doveva andare così".

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