Omicidio Rozzano: la strana processione di malavitosi locali per rendere omaggio al killer
La caserma dei carabinieri di Rozzano, dove è stato interrogato il killer del 63enne A.C., è stata teatro di una strana processione. Vicino ai cancelli dell'edificio infatti si sono viste molte persone già note alle forze dell'ordine per via dei loro precedenti e ritenute esponenti della malavita locale. Si sono recate a rendere "omaggio" all'omicida (lanciandogli anche baci tra la cancellata), il 34enne E.S., reo confesso. Il killer è l'ex genero del 63enne: avrebbe ucciso l'ex suocero per vendicarsi di presunti abusi sessuali commessi dal nonno sulla nipotina minorenne, figlia dell'omicida. Sui presunti abusi è aperta un'inchiesta della procura di Milano.
Il killer ha ammesso le proprie responsabilità: è in carcere
Il 34enne ha ammesso le proprie responsabilità, anche se non si è mostrato particolarmente collaborativo: tanto che la pistola utilizzata per il delitto non è stata trovata. L'omicidio è avvenuto ieri pomeriggio nel piazzale davanti al supermercato "Il Gigante" di Rozzano, cittadina dell'hinterland di Milano. Il 34enne, che aveva giurato vendetta all'ex suocero, aveva saputo che il 63enne, residente a Napoli, era tornato a Rozzano: assieme a un complice lo ha cercato e infine lo ha trovato. Quindi lo ha freddato davanti a numerosi testimoni con cinque colpi di pistola, quattro dei quali andati a segno. Oggi, all'indomani del delitto, il 34enne e il complice che era alla guida dello scooter utilizzato per l'agguato si sono costituiti dai carabinieri, accompagnati dai rispettivi avvocati. Il complice avrebbe ammesso di aver accompagnato il 34enne ma ha anche detto che non era a conoscenza delle sue intenzioni. All'uscita dalla caserma alcune delle persone presenti (tra cui alcuni parenti del 34enne) lo hanno salutato con applausi, baci e urla: "Bravo, bravo". Il killer e il suo (forse ignaro) complice sono stati accompagnati prima nella caserma di Corsico per il fotosegnalamento e poi nel carcere di San Vittore: gli inquirenti continuano le indagini per accertare se effettivamente, come sembra dalla ricostruzione del delitto, ci sia stata premeditazione.