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Omicidio Manuela Bailo: condannato a 16 anni l’amante della donna, Fabrizio Pasini

Fabrizio Pasini, ex sindacalista della Uil di Brescia che due anni fa uccise la sua collega e amante, la 35enne Manuela Bailo, è stato condannato a Brescia a 16 anni di carcere. L’accusa aveva chiesto 30 anni. Pasini dopo il delitto abbandonò il corpo di Manuela nelle campagne del Cremonese e poi andò in vacanza con moglie e figli: solo al ritorno confessò il delitto, parlando però di un incidente. Secondo il pm avrebbe invece ucciso Manuela con premeditazione.
A cura di Francesco Loiacono
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È stato condannato a 16 anni di carcere Fabrizio Pasini, ex sindacalista della Uil di Brescia che due anni fa uccise la sua collega e amante, la 35enne Manuela Bailo. La sentenza è arrivata al termine del processo con rito abbreviato che si è celebrato a Brescia davanti al giudice per l'udienza preliminare Riccardo Moreschi. La condanna è inferiore a quanto aveva chiesto in sede di requisitoria il pubblico ministero: 30 anni era stata la richiesta dell'accusa.

Manuela venne ritrovata morta nell'agosto 2018

Manuela Bailo, originaria di Nave nel Bresciano, venne trovata senza vita nelle campagne di Azzanello, in provincia di Cremona, nell'estate del 2018. Il ritrovamento segnò la fine delle speranze dei famigliari della ragazza, che confidavano ancora di poterla riabbracciare sana e salva. L'omicidio si sarebbe consumato nella notte tra il 28 e il 29 luglio in una villetta di Ospitaletto. Secondo l’accusa, la 35enne sarebbe stata sgozzata dall'amante in maniera premeditata. Pasini si è sempre difeso sostenendo che la ragazza sia morta in maniera accidentale in seguito a una lite: l'avrebbe spinta e sarebbe caduta per le scale.

L'omicida confessò il delitto dopo essere andato in vacanza con moglie e figli

Dell'omicidio fece scalpore anche un altro aspetto: e cioè che Pasini confessò solo dopo essere tornato dalla Sardegna, dove era stato in vacanza assieme alla moglie e ai figli, come se nulla fosse successo. Dopo la confessione l'uomo finì in carcere: a giugno dello scorso anno venne rinviato a giudizio nell'udienza preliminare, accolto dalle urla della sorella di Manuela: "Ti rendi conto di quello che hai fatto, di quello che ci hai tolto!?". Proprio la sorella è una delle persone che Pasini dovrà risarcire: si è infatti costituita parte civile così come come i genitori e il fratello di Manuela e la Uil, sindacato per cui lavoravano vittima e assassino.

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