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Omicidio di Manuela Bailo: lacrime e grida della sorella in aula. Il processo al via il 22 novembre

Inizierà il prossimo 22 novembre il processo a carico di Fabrizio Pasini, accusato dell’omicidio della collega e amante Manuela Bailo, ritrovata senza vita nell’agosto del 2018. La trentacinquenne sarebbe stata uccisa dall’uomo nella notte tra il 28 e il 29 luglio in una villetta di Ospitaletto, secondo l’accusa, in un vero e proprio omicidio premeditato.
A cura di Chiara Ammendola
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Manuela Bailo e Fabrizio Pasini
Manuela Bailo e Fabrizio Pasini

Silente e con lo sguardo basso. Si è presentato così in aula Fabrizio Pasini, nel giorno dell'udienza preliminare nella quale il gup lo ha rinviato a giudizio per l'omicidio di Manula Bailo, ritrovata senza vita nell'agosto del 2018 nelle campagne di Azzanello, in provincia di Cremona. A uccidere la 35enne secondo l'accusa sarebbe stato proprio l'uomo, che si trova in carcere da allora, in quello che il pm ha definito un omicidio aggravato dalla premeditazione. E così il 22 novembre prossimo Pasini dovrà rompere il suo silenzio e raccontare al giudice cosa sia accaduto nella notte tra il 28 e il 29 luglio 2018 nella villetta di Ospitaletto dove si sarebbe consumato l'omicidio. È infatti fissato per quella data il processo, con rito abbreviato, la cui sentenza è attesa per fine gennaio. Durante l'udienza preliminare, Pasini ha evitato accuratamente lo sguardo dei famigliari di Manuela, il padre, la madre, il fratello minore e la sorella, che si sono tutti costiuiti parte civile, proprio quest'ultima ha scagliato al termine dell'udienza la propria rabbia nei confronti dell'assassino della sorella al quale ha urlato: "Ti rendi conto di quello che hai fatto, di quello che ci hai tolto!?".

La difesa: Manuela morto dopo una caduta dalle scale

Intanto la difesa dell'uomo continua a sostenere che la morte di Manuela sia stata frutto di un incidente: i due, colleghi e amanti da tempo, dopo una serata trascorsa insieme sarebbero tornati nella casa dei genitori di lui a Ospitaletto, in provincia di Brescia, per riprendere degli occhiali da sole lasciati lì. Ed è qui che, come raccontato dallo stesso Pasini, sarebbe nato un diverbio culminato poi con la caduta dalle scale di Manuela, costatale la vita. Versione sulla quale invece l'accusa si distacca totalmente: secondo il sostituto procuratore Francesco Carlo Milanesi che ha condotto le indagini, chiuse lo scorso mese, Manuela sarebbe stata attirata in una vera e propria trappola da Pasini che forse stanco dell'ennesima richiesta della donna di poter vivere alla luce del sole quella storia d'amore avrebbe escogitato un piano per ucciderla.

L'accusa: omicidio premeditato da Pasini

Una ricostruzione dettagliatamente descritta nelle innumerevoli pagine che compongono la ricostruzione del procuratore nella quale gioca un ruolo fondamentale anche la relazione dei medici legali: sul corpo della 35enne infatti sarebbe stato ritrovato con una profonda ferita al collo, compatibile con una ferita procurata da un coltello. Secondo l'accusa dunque Manuela sarebbe stata sgozzata dopo essere stata stordita con un colpo al capo. Dopodiché Pasini avrebbe occultato il cadavere, messo in un sacco, in una vasca di liquami ad Azzanello, nei pressi di una cascina in campagna. Poi con estrema calma e lucidità sarebbe tornata dalla moglie e dai figli coi quali sarebbe partito per la Sardegna per trascorrere le vacanze estive, prima di essere arrestato dalla polizia alla quale avrebbe poi fornito una serie di innumerevoli e distinte versioni.

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