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Omicidio Jessica: il tranviere Garlaschi resta in carcere in attesa della convalida del fermo

Resta in carcere Alessandro Garlaschi, il tranviere 39enne di Milano fermato per l’omicidio della 19enne Jessica Valentina Faoro. L’uomo è in attesa della decisione del giudice per le indagini preliminari sulla convalida del fermo dopo l’interrogatorio di garanzia, nel corso del quale è rimasto in silenzio. I termini per la decisione scadono domani, anche se è scontata la convalida.
A cura di Francesco Loiacono
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Alessandro Garlaschi, il tramviere fermato per l'omicidio
Alessandro Garlaschi, il tramviere fermato per l'omicidio

Resta in carcere Alessandro Garlaschi, il tranviere 39enne di Milano fermato per l'omicidio della 19enne Jessica Valentina Faoro. L'uomo è in attesa della decisione del giudice per le indagini preliminari sulla convalida del fermo dopo l'interrogatorio di garanzia, nel corso del quale il 39enne è rimasto in silenzio: si è avvalso della facoltà di non rispondere, così come aveva fatto anche mercoledì pomeriggio, quando era stato condotto in questura dopo aver trascorso ore con la polizia nel suo appartamento in via Brioschi 93, all'interno di una palazzina riservata ai dipendenti di Atm e alle loro famiglie.

Il delitto nell'abitazione del tranviere, in via Brioschi a Milano

È lì che l'uomo ha ucciso Jessica, una ragazza dal passato difficile che da alcuni giorni aveva subaffittato un posto letto in casa di Garlaschi e della moglie, assente al momento dell'omicidio e del tutto estranea alla vicenda. Su cosa sia avvenuto prima del delitto e nelle ore immediatamente successive si concentrano le indagini della squadra mobile. Agli agenti, prima di chiudersi nel suo mutismo, il 39enne ha riferito di un litigio per futili motivi che sarebbe degenerato: l'uomo secondo gli inquirenti avrebbe chiesto di fare sesso alla 19enne, che avrebbe rifiutato. Poi Garlaschi sostiene che Jessica le si è avvicinato con un coltello in mano, e che lui l'avrebbe disarmata e poi colpita con la stessa arma. Per difendersi, dice lui. Ma i fendenti sono stati tanti, mortali. E poi l'uomo ha provato a disfarsi del cadavere, cercando di bruciarlo e infilandolo in parte in un borsone, che aveva nascosto sotto il divano letto della cucina.

Gli ultimi istanti di vita di Jessica e il messaggio: Vattene, lasciami dormire

Proprio il divano dove Jessica dormiva da una quindicina di giorni, anche dopo aver chiamato i carabinieri per delle molestie subite da Garlaschi, una settimana fa. La 19enne, probabilmente senza un posto dove andare, è tornata in casa di quello che è diventato il suo assassino e le cui attenzioni morbose – che in passato aveva rivolto ad altre ragazze ospitate in casa – riteneva forse di poter tenere a bada. Nella notte tra martedì e mercoledì i due hanno litigato: Garlaschi stava vedendo un film sul divano letto della ragazza che gli ha chiesto di andarsene, perché voleva dormire. I due, oltre che di persona, comunicavano anche via Whatsapp, ed è su questa app che Jessica gli ha inviato l'ultimo messaggio: "Vai in camera, sono stanca, lasciami il letto". Poi l'orrore, di cui il 39enne dovrà rendere conto davanti alla giustizia. Domani scadono i termini per la convalida del fermo, che sembra scontata: l'avvocato difensore di Garlaschi, Angelo Mongelli, ha riferito all'Ansa di non aver ancora ricevuto comunicazioni ufficiali da parte della procura anche se crede "non ci siano grossi dubbi" sulla convalida.

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