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Omicidio Jessica Faoro, chiuse le indagini: uccisa con 85 coltellate perché si ribellò al tranviere

La procura di Milano ha chiuso le indagini sull’omicidio di Jessica Faoro, la 19enne uccisa in un’abitazione in via Brioschi, a Milano, dal tranviere Alessandro Garlaschi. L’uomo dovrà rispondere di omicidio aggravato dalla crudeltà e dai futili motivi, vilipendio di cadavere e sostituzione di persona. Dagli atti emerge che la giovane venne uccisa con 85 coltellate per aver rifiutato le avances del tranviere. La difesa di Garlaschi è pronta a chiedere l’incapacità di intendere e di volere.
A cura di Francesco Loiacono
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La ragazza uccisa, Jessica Faoro (Facebook)
La ragazza uccisa, Jessica Faoro (Facebook)

Omicidio aggravato dalla crudeltà e dai futili motivi, vilipendio di cadavere e sostituzione di persona. Questi i reati contestati dalla procura di Milano ad Alessandro Garlaschi, il tranviere di 39 anni che lo scorso febbraio uccise nella sua abitazione in via Brioschi la 19enne Jessica Faoro. Il pubblico ministero Cristina Roveda, che coordina l'inchiesta, ha notificato lo scorso 27 agosto all'uomo l'avviso di conclusione delle indagini. Dagli atti emergono nuovi particolari sull'efferato omicidio che, la notte tra il 6 e il 7 febbraio scorso, sconvolse Milano e tutta Italia. Jessica sarebbe stata uccisa non con 40 coltellate, ma con 85 fendenti, per aver rifiutato delle avances da parte dell'uomo, che la ospitava in casa. Il tranviere, dopo l'omicidio, avrebbe inoltre bruciato una parte del cadavere della ragazza per cercare di cicatrizzare una ferita e impedire la fuoriuscita di un organo: da qui l'accusa di vilipendio di cadavere. Per quanto riguarda invece l'accusa di sostituzione di persona, l'uomo avrebbe presentato alla giovane la moglie, che viveva in casa con lui, come sua sorella.

Da parte sua Garlaschi, difeso dall'avvocato Francesca Santini, ha affermato davanti a inquirenti e investigatori di non aver mai tentato alcun approccio di tipo sessuale sulla ragazza, anche se ha ammesso che gli piaceva. Una circostanza confermata da un biglietto ritrovato sul comodino della ragazza la notte dell'omicidio: "Ciao bimba, sai che ti voglio bene. Ci vediamo stasera per vedere il film", le aveva scritto. Sulla dinamica dell'omicidio i ricordi del tranviere sono sempre stati confusi: Garlaschi ha detto di aver colpito Jessica con tre coltellate leggere per reazione, dopo una lite in cui la ragazza gli aveva detto prima "tu mi stai troppo addosso" e poi lo avrebbe poi ferito con lievi coltellate alle mani. L'avvocato dell'uomo ha già nominato uno psichiatra come consulente per accertare lo stato di salute mentale del suo assistito: la strategia difensiva sembra quella di voler puntare sull'incapacità di intendere e volere.

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