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Omicidio Jessica Faoro a Milano: l’omicida della 19enne aveva una “lucida volontà criminale”

Pubblicate le motivazioni della condanna all’ergastolo per Alessandro Garlaschi, il tranviere che il 7 febbraio dello scorso anno nella sua casa di Milano uccise a coltellate la 19enne Jessica Faoro. Secondo il giudice Garlaschi agì con una “lucida volontà criminale” che esplose nella sua “brutale violenza” quando la giovane rifiutò le avances dell’uomo che la ospitava in casa.
A cura di Francesco Loiacono
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Alessandro Garlaschi e la sua vittima, la 19enne Jessica Valentina Faoro
Alessandro Garlaschi e la sua vittima, la 19enne Jessica Valentina Faoro

L'omicida di Jessica Valentina Faoro, la ragazza di 19 anni uccisa a coltellate a Milano il 7 febbraio dello scorso anno, aveva una "lucida volontà criminale". È quanto scrive il giudice per l'udienza preliminare del capoluogo lombardo Alessandra Cecchelli nelle motivazioni della sentenza con cui, lo scorso dicembre, ha condannato all'ergastolo il tranviere Alessandro Garlaschi. Secondo il giudice la furia omicida di Garlaschi, che uccise con 85 coltellate Jessica e cercò anche di bruciarne il corpo, esplose nella sua brutalità perché la giovane si rifiutò di partecipare ai "giochi erotici" proposti dall'uomo.

Garlaschi ha ucciso Jessica perché ha rifiutato le sue avances

Garlaschi, sostiene il giudice, era pienamente lucido al momento dei fatti: il magistrato non ha tenuto conto delle richieste della difesa dell'imputato che aveva puntato sul difficile vissuto affettivo e famigliare dell'uomo per cercare di alleggerirne la posizione: al contrario, sostiene il giudice, Garlaschi ha avuto uno "sviluppo familiare e sociale privo di rilevanti anomalie", a differenza invece della sua vittima. Il tranviere aveva ospitato nella sua abitazione in via Brioschi la giovane Jessica, una ragazza dal passato difficile che dopo aver lasciato diverse comunità aveva accettato di stare da quell'uomo che non conosceva in cambio di alcuni lavori domestici. Nell'abitazione abitava anche la moglie di Garlaschi, che però l'uomo aveva presentato alla giovane come la propria sorella. La notte del delitto, avvenuto tra il 6 e il 7 febbraio dello scorso anno, la moglie di Garlaschi non era presente in casa: l'uomo, di fronte al rifiuto di Jessica alle proprie avances la accoltellò 85 volte con un "intento meramente punitivo", secondo quanto scrive il gup nelle motivazioni della condanna all'ergastolo. Un omicidio brutale, aggravato dai motivi futili e abietti, espressione di una "lucida volontà criminale che esplode in tutta la sua brutale violenza" quando Jessica disse di no al suo assassino.

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