Omicidio di Lidia Macchi, riesumato il corpo della studentessa uccisa 29 anni fa

È forse l'ultimo tentativo di risolvere un caso di omicidio che risale a 29 anni fa. In queste ore è in corso la riesumazione del cadavere di Lidia Macchi, la studentessa uccisa nei boschi di Cittiglio, vicino Varese, nel gennaio del 1987. Il perito nominato dal giudice per le indagini preliminari di Varese, la nota anatomopatologa Cristina Cattaneo, cercherà sul corpo della giovane tracce biologiche che possano permettere di individuare chi la colpì con 29 coltellate dopo aver avuto un rapporto sessuale con lei. Al momento l'indiziato, in carcere a San Vittore dallo scorso 15 gennaio, è un ex compagno di liceo della vittima, S.B.. L'uomo, il cui arresto è stato chiesto dal sostituto procuratore di Milano Carmen Manfredda che ha dato nuovo impulso alle indagini, non ha però mai ammesso le proprie responsabilità dichiarandosi sempre innocente.
Omicidio Macchi, in corso le analisi sulla possibile arma del delitto
Una volta trovate tracce biologiche sul corpo di Lidia, questa saranno messe a confronto con il Dna dell'arrestato, già prelevato negli scorsi mesi. Ma le indagini proseguono anche su un altro fronte, quello della ricerca dell'arma del delitto: negli scorsi giorni il parco Mantegazza nei pressi di Varese è stato passato al setaccio dai militari dell'Esercito, che vi hanno trovato all'interno, seppelliti sotto al terreno, sette coltelli. Uno di questi potrebbe essere stato utilizzato dall'assassino di Lidia. Gli inquirenti si sono concentrati sul parco in questione dopo i racconti di quella che sembra una testimone chiave del "cold case", Patrizia Bianchi. La donna all'epoca dei fatti era amica del compagno di liceo di Lidia, e lo avrebbe accompagnato proprio nel parco in questione dove il ragazzo abbandonò un sacchetto misterioso. Sarebbe stata sempre Patrizia Bianchi a riconoscere la grafia dell'arrestato su una lettera anonima inviata ai genitori di Lidia durante i funerali, con contenuti ritenuti compromettenti dagli inquirenti. Al momento, però, sembra mancare la cosiddetta "prova schiacciante" della colpevolezza del 49enne ex compagno e amico di Comunione e liberazione della povera Lidia.