No, la questione non è dei presepi, che tutti gli anni puntuali come Halloween spuntano nel dibattito politico per raschiare un po' di consenso di fine anno. L'errore sarebbe proprio mettersi a discutere di questo, legittimando le sciocchezze di quei politici che sventolano feticci per farti cadere nel tranello di credere che si discuta davvero di cultura delle tradizioni. Mettersi a discutere dei 50mila euro che Regione Lombardia ha stanziato per i presepi nelle scuole parlando di presepi significa legittimare una fanfaronata dandole davvero lo spessore di una mossa politica. E invece qui stiamo parlando del costo della propaganda che viene addossato ai cittadini, qui si discute di soldi pubblici che vengono scialacquati per frugare negli intestini dei tifosi della politica tutti intenti a difendere tesi instupidite dal fetore generale.
Il punto vero è come "i politici spendono i nostri soldi", come ragionano sulle priorità prendendosi la responsabilità di preferire un intervento rispetto a una altro, di spostare soldi da un capitolo di spesa all'altro: quindi la notizia diventa che Regione Lombardia, per mano del suo leghistissimo presidente Fontana, ha deciso di non investire in riammodernamenti, attrezzature per lo studio, materiale per gli studenti e per gli insegnanti, nella cronica mancanza di materiale di consumo preferendo invece acquistare statuine, muschio e capanne in carta stagnola. Questo è il punto. Di questo dovremmo parlare.
Dovremmo discutere del fatto che la simbologia tradizionale sia ritenuta più urgente del buon funzionamento dell'ordinamento scolastico (su cui non serve nemmeno scrivere, è sotto gli occhi di tutti da anni) e che il presepe (ma prima erano i crocifissi) sia considerato sostanziale per l'insegnamento dei nostri figli. Quei 50mila euro ci interessano, giornalisticamente, per dove sono andati a finire ma soprattutto per dove avrebbero potuto essere usati. Regione Lombardia ha deciso di genuflettersi alla propaganda e in fondo la stiamo pagando noi. Va bene così? Basta saperlo. Basta mettersi d'accordo.
Se riusciamo a tirarci fuori dalla rissa innescata da questi sovranisti diventati ipercattolici negli ultimi mesi forse potremmo rimanere al merito delle cose: premiereste un amministratore di un'azienda con gravi crisi strutturali che investe 50mila euro per gli alberi di Natale nel vostro ufficio in cui manca la carta per fare le fotocopie? Sareste fieri italiani nell'avere un capoufficio che combatte contro l'ideologia del sushi mentre non avete carta igienica nel cesso aziendale? Affidereste un lavoro a un professionista che non ha tutti gli attrezzi ma indossa elegantissimi rosari? Qui non è solo questione della laicità dello Stato (però bisognerebbe studiare la Costituzione, troppa fatica); qui si tratta di inettitudine al governo. Solo questo. E di priorità senza senso. Buon presepe a tutti.