Niccolò Bettarini, il giudice: “Fu aggressione di massa, altre persone sfuggite alle indagini”
Quella a Niccolò Bettarini, 20enne figlio di Simona Ventura e Stefano Bettarini, fu una "aggressione di massa". Era emerso già durante le indagini sull'accoltellamento avvenuto lo scorso 1 luglio fuori dalla discoteca Old Fashion di Milano, ma ora viene messo nero su bianco anche dal giudice per l'udienza preliminare Guido Salvini. Che nelle motivazioni della condanna ai quattro ragazzi arrestati per l'aggressione spiega anche che ci sono altre persone che, seppur "gravemente sospettate" di aver partecipato al pestaggio del 20enne, sono riuscite a "sfuggire alle indagini". Lo scorso 18 gennaio il giudice Salvini ha condannato a pene comprese tra i nove e i cinque anni i quattro ragazzi finora assicurati alla giustizia per il pestaggio e l'accoltellamento di Bettarini junior. La pena più alta è stata inflitta al 29enne Davide Caddeo (poi scarcerato e finito ai domiciliari), l'unico che avrebbe materialmente sferrato le nove coltellate che ferirono gravemente a un braccio il 20enne, poi costretto a dover subire una delicata operazione chirurgica.
Il silenzio dei quattro aggressori non ha consentito di individuare i complici
Secondo il gup Salvini, però, assieme ai quattro c'era un nutrito gruppo di persone che accerchiarono Bettarini, che invece era "praticamente da solo". Il giudice negli atti fa alcuni nomi di queste persone: spetterà adesso alla procura, a cui sono stati trasmessi gli atti, valutare se intraprendere ulteriori iniziative. Nell'inchiesta che ha portato alla condanna dei quattro aggressori di Niccolò Bettarini i complici dei quattro non sono stati coinvolti, anche per via del "silenzio" mantenuto dagli indagati. Nelle motivazioni della sentenza il giudice Salvini puntualizza anche un elemento che era stato evidenziato dai quattro aggressori durante il processo: avevano affermato di aver reagito a una provocazione dello stesso Bettarini, ma il gup l'ha giudicata "poco rilevante".