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Milano, la prima passeggiata di Roberto Formigoni dopo l’uscita dal carcere

Prima passeggiata di Roberto Formigoni dopo la scarcerazione. L’ex governatore lombardo ha ottenuto la detenzione domiciliare: finirà di scontare la condanna a cinque anni e dieci mesi per corruzione nell’abitazione di un professore universitario in zona piazza Firenze, a Milano, dove viveva già prima di finire in carcere a Bollate.
A cura di Francesco Loiacono
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Roberto Formigoni, prima passeggiata dopo la scarcerazione (LaPresse)
Roberto Formigoni, prima passeggiata dopo la scarcerazione (LaPresse)

Prima passeggiata per Roberto Formigoni dopo la scarcerazione. L'ex governatore della Lombardia, condannato in via definitiva a cinque anni e dieci mesi di reclusione per corruzione per la vicenda Maugeri-San Raffaele, due giorni fa ha ottenuto la detenzione ai domiciliari: finirà di scontare la sua pena in casa di un professore universitario suo amico, col quale già conviveva prima di finire in carcere a Bollate. L'ex Celeste, con un lungo trascorso nella politica sia regionale sia nazionale, è potuto tornare a passeggiare per le strade del suo quartiere, in zona piazza Firenze a Milano. Non può rilasciare interviste, ma sul "Corriere della sera" sono apparsi stralci di sue dichiarazioni riferite proprio dal professore universitario con cui divide l'appartamento: "L’errore che ho commesso? – ha detto l'ex governatore – Non dovevo fare quelle vacanze. È stata un’imprudenza, un’inopportunità". Il riferimento è alle ormai famose vacanze con lo yacht che sono considerate parte integranti delle "utilità", da oltre 6 milioni di euro che Formigoni ha ottenuto da alcuni suoi amici in cambio di delibere favorevoli alla Clinica Maugeri e all'ospedale San Raffaele, che hanno così potuto beneficiare di rimborsi "gonfiati" da parte della Regione Lombardia.

Formigoni: Ho accettato la sentenza, ma non sono d'accordo

La vicenda processuale di Formigoni si è conclusa: e il suo cambio di linea, col riconoscimento del "disvalore" dei suoi comportamenti che di fatto gli ha aperto la strada della detenzione domiciliare, fa sì che di tutta la vicenda Maugeri-San Raffaele si possa adesso parlare senza usare condizionali. Anche se aspetti di quel Formigoni di un tempo, che continuava a professare la sua innocenza e, al limite dell'arroganza, sfidava i giudici, emergono tuttora: "Ho accettato la sentenza e l’ho rispettata – avrebbe detto Formigoni all'amico, sempre secondo quanto riportato dal Corsera – questo, però, non vuol dire essere d’accordo con essa". L'unico errore che Formigoni si imputa è quello di non aver smesso di frequentare i suoi vecchi amici (Pierangelo Daccò e Antonio Simone, poi coinvolti nella vicenda), quando hanno iniziato ad occuparsi di aspetti, come la sanità, di competenza regionale.

Cosa può e non può fare Formigoni ai domiciliari

In ogni caso, adesso, la vicenda processuale di Formigoni (solo una delle tante, l'ex governatore è infatti imputato in un altro processo a Cremona) sembra davvero essere alle spalle. Lo aspetta un periodo pieno di prescrizioni, come ogni altro detenuto ai domiciliari: può uscire di casa solo per due ore al giorno, per fare la spesa o altre necessità stringenti, non può lasciare Milano né rilasciare interviste, non deve frequentare pregiudicati o tossicodipendenti. La condanna termina nel 2023: tra circa un anno potrà chiedere l'affidamento in prova ai servizi sociali e tornare a fare attività di volontariato, forse con alcune suore straniere del Piccolo Cottolengo don Orione che già frequentava prima di varcare la soglia del carcere di Bollate, dove è rimasto per cinque mesi.

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