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Bimbo di due anni ucciso di botte dal padre

Milano, la madre del bimbo di due anni ucciso: “Ho cercato di fermarlo, ha picchiato anche me”

È stata sentita come persona informata sui fatti e al momento non è considerata responsabile per la morte del figlio. Silvjia Z., 23 anni, è la madre del bambino di due anni ammazzato di botte dal padre, Aljica Hrustic, nella notte tra martedì e mercoledì a Milano, in zona San Siro. Davanti agli inquirenti ha manifestato tutta la sua disperazione: “Ho cercato di fermarlo, ma non ce l’ho fatta”. L’uomo ha confessato l’omicidio dopo una fuga durata poche ore.
A cura di Simone Gorla
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"Ho cercato di fermarlo, ma non ce l'ho fatta, ha picchiato anche me". È un racconto disperato quello di Silvjia Z., 23enne croata, madre del bambino di 2 anni ucciso nella notte tra martedì e mercoledì a Milano dalla furia del padre, Aljica Hrustic. Il 25enne, italiano di origini croate, è stato fermato dagli agenti della Squadra mobile dopo una fuga durata alcune ore e ha confessato l'omicidio. "È stato un momento di rabbia non riuscivo a dormire", ha spiegato l'uomo agli investigatori, ammettendo anche di aver assunto hashish. Gli inquirenti, coordinati da pubblico ministero Giovanna Cavalleri, hanno sentito come persona informata sui fatti anche Silvjia, che da subito ha indicato nel marito il responsabile del delitto. "Quando fuma perde il controllo, va fuori di testa", ha raccontato la donna, che oltre al piccolo Mehmed ha due  femmine e un maschio, che vive in Croazia, ed è in attesa del quinto figlio. Al momento non sono ipotizzate responsabilità da parte della 23enne, che appare a sua volta come una vittima delle violenze, ma restano molti aspetti da chiarire. A partire da cosa sia successo nelle ore tra la morte del bambino e la telefonata al 112 del padre, attorno alle 6 di mattina. Prima dell'arrivo degli agenti Hrustic è fuggito, portando con sé le due figlie, e ha trovato rifugio in un appartamento in via Manzano 4, in zona Giambellino, dove è stato poi fermato poche ore più tardi.

La testimonianza di uno zio: È una persona violenta, ha aggredito anche me

Anche un prozio dell'uomo arrestatoBardo Secic, ha confermato il carattere irascibile e violento del 25enne. "Faceva uso di droga, da due anni non sapevo niente di lui, da quando mi ha aggredito e colpito alla testa", ha detto ai giornalisti mostrando una cicatrice. Appena appresa la notizia il parente della coppia si era precipitato in via Ricciarelli 22, nel quartiere San Siro, dove la famiglia abitava dopo aver occupato un alloggio nelle case popolari. "Si merita l'ergastolo per quello che ha fatto", ha affermato l'uomo, che è andato a cercare il nipote in via Bolla, un'altra zona di case popolari in condizioni degradate dove gravitava parte della sua famiglia. "Se l'avessi trovato io prima della polizia l'avrei ucciso", ha spiegato. Sono stati i poliziotti della Squadra mobile, coordinati dal dirigente Lorenzo Bucossi, a intercettare infine il fuggitivo e bloccarlo.

Restano incerte le cause del decesso del bambino

Tra gli aspetti da chiarire di questa tragica vicenda c'è anche la causa del decesso del piccolo. All'arrivo dei soccorritori nell'appartamento di via Ricciarelli, il bimbo era già privo di vita. Sul suo corpo c'erano evidenti tracce di percosse, lividi e una ferita alla testa. Ma sarà l'autopsia a definire cosa abbia provocato la morte. Da capire anche perché Mehmed avesse i piedi fasciati.

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