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Milano: i promossi e i bocciati del 2014

Il 2014 è ormai giunto alla fine. Milano ha attraversato gli scandali legati all’Expo, le esondazioni del Seveso e del Lambro. Ma ha anche vissuto appieno la sharing economy, investito in progetti “smart”, aiutato i più bisognosi. Un anno, una città, due categorie: i promossi e i bocciati.
A cura di Francesco Loiacono
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Saranno le note e l'allegria di Roy Paci a traghettare i milanesi verso il 2015, dal palco del concerto in piazza Duomo. Non ci saranno, invece, i tradizionali botti di fine anno, vietati da un'ordinanza del sindaco Giuliano Pisapia. Finisce con un divieto, quindi, il 2014 di Milano. Una chiusura quasi simbolica per un anno che, qui come altrove, è stato sicuramente all'insegna della crisi e delle privazioni. Non sono però mancate le luci, all'ombra della Madonnina. Forse meno resistenti, nella memoria, rispetto a tante cose che non hanno funzionato a dovere. Ecco allora un tentativo, forse velleitario, di ripercorrere l'anno che si sta per chiudere attraverso due semplici categorie: i promossi e i bocciati del 2014.

I promossi 2014 di Milano

Giuseppe Sala, amministratore delegato e commissario unico di Expo 2015. Nel 2014 l'Esposizione universale di Milano ha vacillato. Molti dei più stretti collaboratori di Sala sono finiti nei guai, l'Expo è stato un giorno sì e l'altro pure sui giornali ma per cose che nulla hanno a che fare con la manifestazione – di cui, tuttora, si sa davvero poco. Lui, però, l'amministratore delegato dalla carriera impeccabile, ha continuato imperterrito, con professionalità e gentilezza, a cercare di condurre in porto l'Esposizione universale. Mai neppure sfiorato da nessuna delle tante inchieste e dagli scandali che hanno fatto parlare addirittura di una nuova Tangentopoli – poi finita in un maxi-patteggiamento. Chissà che, alla fine, tutti i milanesi, e anche il resto del Paese, non lo debbano ringraziare. Se Expo si rivelerà davvero il volano per la ripresa dell'Italia, bisognerà forse riconoscere i meriti di chi ne ha tenuto in mano le redini.

Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione. Con Milano, forse, c'entra poco. In realtà, è l'amico insperato arrivato ad aiutare l'ad Sala, uomo solo al comando, per cercare di allontanare dall'Expo tutti quelli che, anziché nutrire il pianeta, vogliono nutrire i propri portafogli. Il presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, chiamato dal premier Matteo Renzi in persona a sorvegliare gli appalti di Expo, ha ridato fiducia a un ambiente scosso da inchieste, sospetti e soprattutto circondato da tanto, troppo pessimismo. Per lui, come per l'ad Sala, vale lo stesso discorso: se l'Italia riuscirà a ospitare milioni di visitatori in strutture complete, senza che venga sollevata intorno all'Expo altra polvere oltre a quella dei cantieri dove si lavora alacremente, sarà anche merito suo.

La Milano "smart city". Non c'è un unico artefice per questa promozione. A piacere, in quest'anno preludio al grande evento del 2015, è stato però sicuramente il dinamismo di una città che, come nei migliori luoghi comuni, non sta mai ferma. Milano ha vinto nel 2014 il titolo di città più smart d'Italia. La sharing economy, qui, ha fatto breccia più che in altre città d'Italia. Lo testimoniano i numeri: sei società di car sharing, 3.600 biciclette e oltre due milioni di prelievi per BikeMi, il bike sharing cittadino, l'annuncio della possibilità di usufruire, a partire dalla prossima primavera, anche di 1.500 scooter in condivisione. Sul fronte della circolazione, Area C ha vinto il premio Transport achievement award indetto dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, mentre le linee della metropolitana, seppur tra clamorose défaillance e molti scioperi, si sono continuate a ingrandire. Il 2014 si è chiuso con la costituzione della società mista M4 Spa, che realizzerà la quinta linea metropolitana cittadina. Ma, per dare un'idea di quel dinamismo da premiare, da gennaio del prossimo anno si parlerà già di mobilità del futuro: e spunta addirittura una, possibile, sesta linea del metrò.

La Milano solidale. Anche nel 2014 è proseguita l'emergenza umanitaria rappresentata dai profughi, soprattutto siriani ed eritrei, che da ottobre 2013 sono transitati in massa da Milano diretti verso i Paesi del nord Europa. Circa 46mila le persone accolte da Milano, con la stazione Centrale divenuta simbolo dell'emergenza, con tutte le difficoltà relative – vedi il caso controverso delle foto dei bambini siriani che dormivano per terra -. Innegabile che, nei periodi di maggior affluenza, le strutture comunali abbiano sofferto, e che la rete di assistenza, sebbene rafforzata dalle tante associazioni di volontariato, possa poco di fronte a un fenomeno sul quale, come spesso dichiarato dall'assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco majorino, servirebbe un'azione coordinata da parte del governo e anche dell'Europa. In ogni caso, quando si è trattato di manifestare concretamente la propria solidarietà, i milanesi hanno sempre risposto con grande partecipazione. E' il caso, ad esempio, degli oltre 15mila indumenti invernali raccolti per i senzatetto a fine ottobre. E su questo fronte, dunque, per tutti i cittadini, i volontari e le istituzioni coinvolte non può che arrivare una promozione a pieni voti.

Belen Rodriguez. Finiamo in bellezza, sarebbe il caso di dire. ma anche in simpatia. Ebbene sì, la soubrette argentina, residente nel capoluogo lombardo, è uno dei volti da promuovere per il 2014. Esemplare soprattutto per come ha gestito l'ultimo – presunto – scandalo che l'ha riguardata, quello dei maxi-cartelloni pubblicitari su corso Buenos Aires rimossi perché distraevano gli automobilisti. "Il vero problema delle strade milanesi sono le buche", ha detto Belen. Dimostrando ciò che forse manca in molti dei suoi detrattori: il buonsenso.

I bocciati 2014 di Milano

La Milano che si allaga. È chiaro: Seveso e Lambro, i due corsi d'acqua che a ogni temporale più forte del dovuto invadono strade, negozi e cantine, specie in alcune zone della città come Niguarda o Isola, non hanno colpa. Così come sarebbe ingiusto bocciare solo l'amministrazione Pisapia, che si è trovata di fronte a un problema decennale. Eppure, nonostante i proclami elettorali del 2011 – chi è curioso, si legga cosa scriveva in proposito il sindaco sul suo libello "Cambiare Milano si può" – nessuno si è mosso, se non dopo le violente esondazioni di luglio e di novembre. La bocciatura va dunque, in toto, a tutta la classe politica che si è alternata per anni scaricando le colpe sulle amministrazioni precedenti e le decisioni su quelle successive. In questo senso, va riconosciuta la discontinuità rappresentata dall‘intesa tra governo, Regione Lombardia e Comune di Milano: finalmente è stata comunicata la data nella quale inizieranno i lavori per le vasche di laminazione del Seveso: giugno 2015. Fino ad allora, non resta che sperare nella clemenza del meteo.

La Milano delle quasi 10mila case vuote. L'emergenza abitativa è stata una triste costante per tutto il 2014. Le occupazioni abusive, gli sgomberi, le tensioni tra chi difende il diritto a un'abitazione e chi quello alla legalità si sono succedute con una frequenza impressionante. Al netto delle ragioni di entrambi gli schieramenti, c'è un dato che trascina chiunque abbia una qualche responsabilità in merito verso una sonora bocciatura: le quasi 10mila abitazioni di edilizia popolare sfitte. Che sia colpa della Regione, che controlla l'Aler, azienda lombarda di edilizia residenziale, che sia colpa del Comune – perché non disdire prima la convenzione con l'Aler? E perché aver aspettato che fosse l'Aler a farlo? – dalla casa, bene fondamentale, Milano deve assolutamente ripartire nel 2015. Torna forse utile una frase del cardinale Carlo Maria Martini, che piace molto anche al sindaco: "Chi è orfano della casa dei diritti difficilmente sarà figlio della casa dei doveri".

Milan e Inter. Il 2014, per la Milano calcistica, è stata un'annata decisamente incolore, occupata più da questioni che con il calcio giocato c'entrano poco – la cessione dell'Inter da Moratti a Tohir, la nuova sede del Milan al Portello – che da successi sul campo. La speranza, per tutti i tifosi delle due squadre, è che nel 2015 le cose possano andare diversamente. E che, dopo i divieti di Capodanno, i primi fuochi d'artificio del calciomercato invernale – ad esempio, l'arrivo di Alessio Cerci in rossonero – siano il preludio a una stagione scoppiettante per le due cugine.

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