Milano, dai video quotidiani al silenzio: il sindaco Sala in fuga dai social (e dalle polemiche)
Che fine ha fatto Beppe Sala? Il sindaco di Milano è stato protagonista per mesi di una battente campagna di comunicazione sui social, con i video quotidiani di aggiornamento sugli sviluppi dell'epidemia di coronavirus in città, con l'immancabile "buongiorno Milano da Palazzo Marino", poi evoluti in occasioni in cui il primo cittadino commentava l'attualità sui temi più disparati, anche con riprese esterne.
Dai marcati alle piscine, dai musei alle scuole, dall'Idroscalo alle case popolari, fino agli interventi sul razzismo, sulla statua di Montanelli vandalizzata, persino sulla "partita del secolo" Italia-Germania 4 a 3, per tre mesi Sala è stato ovunque in città.
Un crescendo di presenze sui social che si è interrotto bruscamente il 19 giugno, con un ultimo video dal titolo "l'Italia è ancora una Repubblica fondata sul lavoro?", in cui Sala rifletteva sulla necessità di "tornare a lavorare" dopo i mesi di smart working esprimendo preoccupazione per la crisi delle attività come ristoranti e bar del centro che, senza la presenza di pendolari e city user, rischiano di chiudere. Il video ha scatenato polemiche e migliaia di commenti critici di utenti delusi dall'espressione infelice con cui il primo cittadino sembrava suggerire che il lavoro da casa non fosse "vero lavoro".
Da allora, il sindaco ha diradato la sua presenza social. Dal 19 giugno il flusso di commenti, foto, video sui canali social del sindaco si è quasi interrotto. In due settimane Sala ha pubblicato solo due contenuti dal suo profilo Facebook. Un post per ricordare l'anniversario dall'assegnazione dei Giochi invernali 2026 a Milano e Cortina il 24 giugno. Una foto per celebrare il Milano Pride il 27 giugno. Per il resto, silenzio.
E anche su Instagram, dove è sempre stato molto attivo, negli ultimi quindici giorni Sala ha pubblicato solo un paio di foto: la galleria Vittorio Emanuele II di Milano e un'immagine, forse involontariamente simbolica, in cui appare di spalle in bicicletta "in fuga" verso la Liguria. Nessun intervento sul caso delle tangenti in Atm: una vicenda il sindaco che ha scelto di commentare in modo "tradizionale" con una nota.
La svolta comunicativa, che il sindaco aveva preannunciato dicendo avrebbe postato solo saltuariamente i suoi video, è stata in realtà molto più radicale del previsto. Quasi una sparizione dai radar. Perché questa scelta? I motivi sono diversi. L'emergenza Covid-19 ha sicuramente intaccato l'immagine di Sala come "sindaco manager" che non sbaglia un colpo: gli errori comunicativi della campagna "Milano non si ferma", le polemiche con la Sardegna (con la frase minacciosa "me ne ricorderò quando dovrò decidere dove andare in vacanza), la difficile gestione dell'ordine pubblico nei parchi e nei luoghi della movida (con i panni da "sceriffo" indossati per il caso-Navigli).
Le parole sullo smart working sono state l'ultimo atto di una sovraesposizione mediatica che ha rischiato di danneggiare seriamente il sindaco. Ma non è tutto: a un anno dalle elezioni comunali, mentre il centrodestra si prepara a trovare il candidato per provare a tornare al governo della città dopo 10 anni, Sala ancora non ha svelato le sue carte. Si saprà solo a settembre se, come è probabile, correrà per il secondo mandato. Nel frattempo, la nuova linea "prudente" sembra pensata per preparare il terreno alla ricandidatura e far "dimenticare" gli inciampi degli ultimi mesi.