268 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Lombardia, Usuelli: “Cambio a vertice sanità non sia la foglia di fico per anni di disastri”

Il cambio al vertice della sanità lombarda, con la sostituzione del direttore generale Cajazzo, “è importante anche perché segue altri segnali recenti di cambiamento, ma non può essere la foglia di fico per 27 anni di cattive scelte”. Il consigliere regionale lombardo Michele Usuelli (Più Europa/Radicali) intervistato da Fanpage.it commenta così gli avvicendamenti nella direzione Welfare regionale. “C’è un bel cambio di rotta rispetto agli atteggiamenti di tutti i mesi precedenti. Sembra che finalmente si pensi a un’altra impostazione della gestione dell’epidemia”, sottolinea, “ma speravo sarebbe stato scelto un tecnico con qualche esperienza clinica, più che un manager abile a fare quadrare i conti”.
A cura di Simone Gorla
268 CONDIVISIONI
Immagine

"Il cambio al vertice della sanità lombarda è importante, anche perché segue altri segnali recenti di cambiamento. Dopo tre mesi di difesa tetragona al limite del ridicolo, ora questa giunta inizia a mostrare timidi segnali di umiltà e autocritica". Il consigliere regionale lombardo Michele Usuelli (Più Europa/Radicali) intervistato da Fanpage.it commenta così l'avvicendamento alla direzione generale Welfare di Regione Lombardia, dove al posto di Luigi Cajazzo, promosso a vice segretario regionale, arriva Marco Trivelli, ex manager degli Spedali Civili di Brescia, ma anche del Niguarda e del Sacco di Milano. "Ma lo spostamento di Cajazzo non può essere la foglia di fico per 27 anni di cattive scelte di Formigoni, Maroni e Fontana".

L'avvicendamento alla direzione della sanità lombarda è il segnale di discontinuità che chiedevate?

Nelle ultime settimane ci sono stati dei segnali. Il primo è la sospensione del percorso che doveva portare in aula per il voto il piano socio-sanitario della Regione. Il secondo è la messa in discussione della legga 23, l'architrave della sanità lombarda, che verrà riscritta. Lo spostamento di Caiazzo è il terzo cambiamento e in quest'ottica lo valuto positivamente. Ma in Lombardia non servono capri espiatori, quando umiltà, trasparenza e ascolto. E prima o poi bisognerà chiedere cosa ne pensano i cittadini.

Cosa sta succedendo alla sanità lombarda negli ultimi giorni?

C'è un bel cambio di rotta rispetto agli atteggiamenti di tutti i mesi precedenti. Sembra che finalmente si pensi a un'altra impostazione della gestione dell'epidemia. C'è più attenzione a fare i tamponi nelle Rsa, mentre prima è stata sempre trascurata. Oggi in commissione sanità ci è stata illustrata la delibera del 9 giugno, un documento molto corposo che attiene ai nuovi atti di indirizzo in ambito sociosanitario. C'è anche qualcosa di positivo, ci tengo a sottolinearlo, come le linee guida della medicina penitenziaria, che sono sostanzialmente confermate grazie all'ottimo lavoro che quell'ufficio ha fatto. Sistema ha funzionato bene nelle carceri lombarde, tanto che le linee guida sono state chieste da Oms. Insomma, c'è anche chi ha lavorato bene in Regione Lombardia.

Cosa pensa della scelta del nuovo direttore generale, Marco Trivelli?

Rilevo che il numero uno della sanità lombarda prima era Cajazzo, un ex poliziotto, ora hanno scelto un laureato in economia alla Bocconi. Speravo sarebbe stato un tecnico con qualche esperienza clinica. Trivelli è un manager che sa gestire strutture ospedaliere, ma in situazioni complesse come questa pandemia avere in posizione apicale chi ha esperienza di epidemie sarebbe stato di grande utilità. Noto invece che si sceglie ancora una figura con profilo di abilità a fare quadrare i conti.

Dal punto di vista politico cosa rappresenta questa nomina?

Rilevo in modo neutro, ma valuto politicamente importante, il fatto che questo dirigente sia un ciellino della prima ora, un formigoniano di ferro. Oggi l'area politica di Cl ha un consigliere e un assessore, l'aggiunta di una persona in una posizione importante mi colpisce e lo segnalo. Devo però aggiungere che, chiedendo informazioni a colleghi che hanno lavorato negli ospedali da lui diretti, mi hanno riferito di una persona competente.

L'ospedale in Fiera è ormai senza pazienti, ma non è chiaro se verrà ufficialmente chiuso

Dell'ospedale in Fiera ne ho parlato con Fanpage a metà marzo e ho continuato a parlarne in aula e in commissione. Gallera ha parlato del futuro, ma l'oggi di quella struttura qual è? È vuoto e chiuso o vuoto e aperto? Non l'ho ancora capito, e tra le due cose c'è una bella differenza. All'assessore ho già detto in aula che ha due possibilità: o lo riempie adesso (e ci sono delle proposte intelligenti in questo senso), oppure lo chiudi e lo tieni pronto per ottobre o per quando servirà. Quello che assolutamente non si può fare è tenerlo aperto con due o tre pazienti, è un'ipocrisia insopportabile. Questo anche per rispetto dei colleghi che ci lavorano.

268 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views