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Lodi, mense scolastiche vietata ai bimbi stranieri: raccolta fondi per aiutarli

Continuano le polemiche sulla decisione del comune di Lodi che, di fatto, ha reso inaccessibile le mense scolastiche a centinaia di bambini figli di famiglie extracomunitarie, chiedendo ai nuclei famigliari documenti impossibili da reperire nei Paesi di provenienza. Mentre la giunta guidata dalla sindaca leghista Sara Casanova fa muro e in attesa dell’udienza al tribunale civile di Milano sulla vicenda, attesa per il 6 novembre, un’associazione creata per sostenere le famiglie extracomunitarie penalizzate ha lanciato una raccolta fondi.
A cura di Francesco Loiacono
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La protesta delle famiglie straniere a Lodi (foto del Coordinamento uguali doveri via Facebook)
La protesta delle famiglie straniere a Lodi (foto del Coordinamento uguali doveri via Facebook)

Non si placano le polemiche sulla decisione del comune di Lodi che, di fatto, ha reso inaccessibile le mense scolastiche a centinaia di bambini figli di famiglie extracomunitarie. Il caso è esploso con l'inizio dell'anno scolastico, quando si sono fatti sentire gli effetti del nuovo regolamento comunale per l’accesso ai servizi accessori alla scuola a tariffe agevolate, voluto dalla giunta guidata dalla sindaca leghista Sara Casanova. Il regolamento ha introdotto una novità, chiedendo alle famiglie con anche un solo componente extracomunitario di produrre una documentazione sull'assenza di redditi e beni rilasciata dai Paesi di provenienza. Il tutto per certificare il reddito Isee (Indicatore della situazione economica equivalente) basso che, appunto, consentirebbe (e aveva consentito fino agli scorsi anni) alle famiglie straniere di accedere a servizi come mense scolastiche e scuolabus a tariffe agevolate, come fanno anche i figli di famiglie italiane. Per i nuclei famigliari extra Ue questa ulteriore documentazione si è rivelata in molti un ostacolo insormontabile, in quanto i rispettivi Paesi, dove la burocrazia è diversa, non riescono a rilasciarla. Il risultato è che molte famiglie straniere e con redditi bassi si sono trovate improvvisamente a dover pagare le tariffe massime per fare accedere i propri figli alla mensa, con la conseguenza che vi hanno rinunciato.

Alcune famiglie nei primi giorni di scuola hanno tenuto a scuola i propri figli per protesta: poi li hanno fatti andare a scuola, ma con panini portati da casa. La scorsa settimana nelle polemiche si sono introdotti anche alcuni hacker, che hanno oscurato il sito della Provincia di Lodi per protestare contro la sindaca Casanova. Delle mense negate ai bimbi stranieri si è interessata anche la trasmissione tv "Striscia la notizia". Eppure la sindaca leghista e la giunta non sembrano voler fare un passo indietro. Anche per questo, di fronte al muro dell'amministrazione comunale, si sta muovendo il mondo della solidarietà: pochi giorni fa il Coordinamento uguali doveri, nato per sostenere ad hoc le famiglie straniere colpite dal nuovo regolamento comunale e vittime di una "situazione discriminatoria", ha aperto un conto corrente per aiutarle. Significativa la causale del conto corrente: "Tutti i bambini sono uguali". Michela Sfondrini, promotrice dell'iniziativa, ha spiegato al quotidiano "Il Giorno": "I soldi raccolti andranno a coprire la differenza fra la tariffa che i genitori non comunitari hanno pagato prima dell’entrata in vigore del Regolamento e la tariffa massima oggi richiesta". All'iniziativa hanno aderito già diversi genitori, oltre all'Acli e alla Caritas Lodigiana: "Caritas Lodigiana aderisce al Coordinamento Uguali Doveri per la tutela dell'integrazione e delle pari opportunità… a partire dai più piccoli. Invita tutti a una pacata riflessione, per andare aldilà di prese di posizione o convinzioni che risultano superate dalla realtà dei fatti". Quanto sta accadendo è anche arrivato al vaglio della magistratura: il 6 novembre è in programma un'udienza al tribunale civile di Milano.

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