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News sull'attentato di Berlino

Le foto sui social che imbarazzano i due poliziotti Movio e Scatà

Le generalità dei due agenti fornite dal ministro Minniti, la cautela del capo della Polizia Gabrielli per paura di ritorsioni. E poi, l’inevitabile ricerca sui social network e la sorpresa: il saluto romano del poliziotto siciliano, i discutibili post sugli immigrati e sugli ‘zingari’ dell’agente scelto di Sesto San Giovanni. Dopo gli osanna, arriva anche la polemica per i due poliziotti protagonisti dei fatti di Milano che hanno portato alla morte il terrorista Anis Amri.
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Mentre l'attenzione è giustamente focalizzata sul perché il terrorista Anis Amri fosse partito da Berlino, dopo l'attentato ai mercatini, verso Sesto San Giovanni, Milano, Italia, emergono le storie dei due poliziotti protagonisti loro malgrado dell'uccisione dell'uomo ieri notte. Christian Movio di Udine e Luca Scatà di Siracusa, sono due agenti in forza al commissariato di Sesto. Uno è un poliziotto scelto, l'altro è in prova. Il primo ha ora in corpo una pallottola sparata dall'attentatore e sarà sottoposto ad un intervento alla spalla; l'altro è colui che materialmente ha ammazzato il terrorista.

Le loro generalità sono state diffuse immediatamente, confermate peraltro pubblicamente in diretta video dal neo-ministro dell'Interno Marco Minniti. Qualche ora dopo, tuttavia, il capo della Polizia Franco Gabrielli ha dovuto mettere nero su bianco con una circolare il timore per ‘possibili ritorsioni' contro i poliziotti protagonisti di questa storia.

Un volta noti i nomi, inevitabile scavare nel loro privato a partire dall'elemento più evidente: i loro profili social. Facebook e Instagram, su tutti. E scartabellando nei post – pubblici – sono subito balzate all'occhio alcune cose nient'affatto rispondenti all'idea degli eroi senza macchia che pure qualcuno aveva iniziato a tratteggiare sui media.

Movio condivideva su Facebook post da siti come "tutti i crimini degli immigrati", noto focolaio di bufale razziste; Scatà pubblicava su Instagram foto di Benito Mussolini e ritraenti egli stesso col saluto romano a mano tesa. I loro profili sono stati poi oscurati. Allo stato attuale, stante le nostre conoscenze di quanto accaduto ieri notte alle 3,  tutto ciò non è minimamente collegabile con il conflitto a fuoco e la morte dell'estremista attentatore con 12 morti sulla coscienza. Probabilmente sarebbero dovute valere – per tutti – le parole che un ottimo poliziotto e servitore dello Stato come Antonio De Iesu, oggi questore di Milano, a lungo ‘sbirro' in un territorio difficile come Napoli, ha pronunciato in conferenza stampa (evitando accuratamente perfino di citarne i nomi anche se ormai erano di dominio pubblico): «Non sono eroi, ma buoni poliziotti che senza retorica alle 3 di notte stavano espletando il loro lavoro». E tanto sarebbe bastato.

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