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Inchiesta sulla Piastra Expo, la procura generale chiede il processo per Beppe Sala

La procura generale di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per il sindaco Beppe Sala, indagato per la vicenda della Piastra di Expo. La richiesta di processo riguarda solo una delle due accuse mosse all’ex commissario unico dell’Esposizione universale: quella per falso ideologico e materiale nella nomina di alcuni commissari della gara d’appalto. Per l’altra accusa, turbativa d’asta, la procura ha chiesto lo stralcio.
A cura di Francesco Loiacono
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La procura generale di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per il sindaco Beppe Sala, indagato nell'ambito dell'inchiesta sulla Piastra di Expo. La richiesta di processo riguarda però solo una delle due imputazioni per le quali Sala era indagato: quella per falso ideologico e materiale nella nomina di due commissari della gara d'appalto. Per l'altra accusa – turbativa d'asta per l'appalto della fornitura del verde per l'Expo – la procura ha chiesto lo stralcio, in vista probabilmente della richiesta di archiviazione.

L'inchiesta sulla Piastra dell'Expo

Sala era finito nel registro degli indagati nel dicembre del 2016, dopo che le indagini sulla Piastra dell'Expo, l'appalto più importante della manifestazione (del valore di 272 milioni, ma aggiudicato per "soli" 149 milioni dall'impresa Mantovani con un maxi-ribasso) erano state avocate dalla procura generale. In seguito alla notizia il sindaco si era autosospeso per alcuni giorni, lamentando di aver saputo dell'indagine solo dai giornali. In un primo tempo il sindaco, indagato in qualità di ex commissario unico di Expo, era accusato di falso ideologico e materiale. Gli inquirenti gli contestavano di aver retrodatato un documento sulla nomina di due commissari che avevano fatto parte della gara d'appalto. Una gara di fondamentale importanza per lo svolgimento dell'Esposizione universale: la Piastra dei servizi è stata infatti l'infrastruttura "base" su cui sono successivamente stati realizzati tutti i padiglioni dell'Expo. Un ritardo nei lavori sulla Piastra avrebbe potuto significare non riuscire a inaugurare entro il primo maggio 2015 l'Esposizione universale.

La nuova accusa di turbativa d'asta

In seguito all'avviso di chiusura indagini, notificato al sindaco a giugno, era emersa nei confronti dell'ex amministratore delegato di Expo anche l'accusa di turbativa d'asta. Un'accusa relativa all'appalto per la fornitura del verde al sito Expo di Rho-Pero. Secondo le ipotesi degli inquirenti, la gara sarebbe stata scorporata dall'appalto della Piastra proprio dall'allora commissario unico Expo, nonostante i pareri contrari di altri manager. Quest'ultima accusa, tuttavia, sembra essere destinata all'archiviazione. Se l'attuale sindaco di Milano dovesse essere rinviato a giudizio, dovrà difendersi quindi solo dall'accusa di falso ideologico e materiale.

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