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Inchiesta Expo, le accuse a Sala: “Autorizzò lo stralcio di un appalto contro il parere di altri manager”

Chiuse le indagini sulla cosiddetta Piastra dell’Expo. Al sindaco Sala, che figura tra gli indagati per falso e turbativa d’asta, gli inquirenti contestano di aver autorizzato lo stralcio dall’appalto complessivo (del valore di 272 milioni di euro) della parte relativa alle forniture di alberi e verde, del valore di 5 milioni di euro: tutto senza modificare la base d’asta complessiva e contro il parere di altri manager.
A cura di Francesco Loiacono
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Si sono chiuse le indagini sulla cosiddetta inchiesta della Piastra di Expo, che vede tra gli indagati il sindaco di Milano, Beppe Sala. L'ex ad di Expo e attuale primo cittadino è indagato per falso ideologico e materiale e anche, come si è appreso in un secondo momento, per turbativa d'asta. Mentre le prime accuse erano note già dallo scorso dicembre (e avevano portato all'autosospensione del sindaco, poi rientrata dopo pochi giorni), quelle per turbativa d'asta sono emerse in un secondo momento. Sono relative all'appalto per la fornitura del verde al sito Expo di Rho-Pero, una gara che secondo le accuse degli inquirenti sarebbe stata scorporata dall'appalto della Piastra proprio dall'allora commissario unico Expo.

Per gli inquirenti Sala avrebbe turbato la gara per confezionare un bando "su misura" per l'Associazione lombarda florovivaisti, anche su "pressione di esponenti politici della Regione", per la fornitura di alberi e arredi a verde per l'evento. Lo si legge, come riporta l'Ansa, in una informativa del Nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza, adesso messa agli atti in tribunale. Si tratta di sei faldoni con migliaia di pagine, che ricostruiscono quanto, secondo l'accusa, avvenne nel 2012: l'allora direttore generale di Infrastrutture lombarde spa, Antonio Rognoni, "aderendo ad un preciso input politico, su sollecitazione dei vivaisti lombardi" avrebbe esercitato "plurime e reiterate ‘pressioni' affinché si addivenisse allo stralcio" del bando sugli alberi e sugli arredi a verde, forniture inizialmente comprese nella gara per la Piastra.

L'allora commissario unico di Expo, Beppe Sala, avrebbe quindi autorizzato "in via informale lo stralcio dell'appalto Piastra dalla parte relativa alla fornitura" di alberi e verde, nonostante "il parere contrario" del responsabile unico del procedimento, Carlo Chiesa, "del responsabile dell'Ufficio Gare e Contratti di Ilspa" Pierpaolo Perez e "soprattutto del legale di Ilspa", "tutti preoccupati delle possibili conseguenze sulla tenuta e regolarità del bando di gara". Il motivo è che, nonostante lo stralcio, la base d'asta dell'appalto della piastra (272 milioni) non fu cambiato, spalmando il valore delle forniture del verde (5 milioni) sulle altre lavorazioni: è questo, secondo l'accusa, il punto centrale della turbativa d'asta contestata all'attuale sindaco di Milano. Accuse dalle quali, se sarà rinviato a giudizio, Sala dovrà difendersi in tribunale.

L'avvocato di Sala: "Azioni improntate alla più assoluta trasparenza"

Il sindaco Sala non ha voluto commentare le nuove accuse nei suoi confronti. Lo ha fatto il suo avvocato, Salvatore Scuto: "Il sindaco Sala conferma la sua decisione di non commentare in alcun modo il merito dell'inchiesta. Da parte mia desidero sottolineare che lo stralcio parziale, relativo alle piante, è stato approvato all'unanimità dal Consiglio di amministrazione di Expo il 28 maggio 2012. Ed è stato inoltre il risultato di un processo di valutazione diretto in prima persona dal responsabile unico del procedimento ingegnere Carlo Chiesa – ha detto all'Ansa – Questo sottolinea e conferma che tutta l'azione svolta dall'ad di Expo è stata improntata alla più assoluta trasparenza".

La precisazione di Assofloro Lombardia

Assofloro Lombardia dal 2013 ha un nuovo direttivo. I fatti di cui si narra nell’articolo sono avvenuti nel 2011, prima dell’insediamento del nuovo direttivo e del nuovo presidente, che dunque sono totalmente estranei all’iniziativa di Assofloro (così pare) di inviare una lettera a Regione Lombardia con cui (così si legge) i florivivaisti lombardi avrebbero chiesto di essere coinvolti nella fornitura del verde per la Piastra Expo. Posto che tale missiva (risalente al novembre del 2011 –come si è appreso dalla stampa televisiva-) neppure risulta protocollata presso Assofloro, non si è allo stato in grado di verificare chi l’abbia sottoscritta e a che titolo l’abbia fatto. Ci si riserva pertanto di svolgere più appropriate considerazioni al riguardo non appena si potrà prendere visione di detto documento.

Intendiamo inoltre precisare che l’azienda florivivaistica cui sarebbero stati affidati i lavori (e che peraltro non diede poi seguito all’incarico -così almeno si legge-) non è attualmente associata ad Assofloro Lombardia, in quanto ha sede in una provincia che non aderisce alla nostra associazione.

Assofloro Lombardia, dal 2013, con l’insediarsi del nuovo direttivo, ha lavorato e sta lavorando a livello normativo ed istituzionale, con la finalità di dotare il comparto di misure chiare dal punto di vista fitosanitario, tecnico ed economico. L’Associazione NON ha quale propria finalità statutaria quella di procacciare affari per le aziende associate né per le aziende florovivaistiche in genere.

In conclusione, l’attuale direttivo, in attesa dei necessari approfondimenti, ribadisce con fermezza la propria totale estraneità rispetto alle vicende legate ad Expo e alla fornitura di verde per la piastra dei servizi oggetto degli articoli apparsi sulla vostra come su altre testate.

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