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Femminicidio, condannato a 30 anni l’uomo che uccise a coltellate la compagna a Milano

Antonio Nunez Martinez, il 42enne che il 10 giugno dello scorso anno a Milano uccise a coltellate la sua compagna, la 49enne Alexandra Mora Alvarez del Rocio, è stato condannato a 30 anni di reclusione al termine del processo con rito abbreviato. L’uomo era accusato di omicidio volontario aggravato dai futili motivi: come da lui stesso confessato, uccise la compagna al culmine di una lite “per gelosia”.
A cura di Francesco Loiacono
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Uccise a coltellate la compagna, la 49enne Alexandra Mora Alvarez del Rocio, "per gelosia". Oggi il responsabile di quel femminicidio, avvenuto il 10 giugno dello scorso anno a Milano, è stato condannato a 30 anni di reclusione. Il giudice per l'udienza preliminare di Milano Giulio Fanales ha accolto in toto la richiesta che era stata presentata in sede di requisitoria dal pubblico ministero Gianluca Prisco. Antonio Nunez Martinez, cittadino dominicano di 42 anni, era imputato per omicidio volontario aggravato dai futili motivi. Aveva scelto di essere processato con rito abbreviato ed è stato condannato alla pena massima prevista in questi casi, con lo sconto di un terzo della pena (dall'ergastolo ai 30 anni).

Il femminicidio nel giugno del 2018

Il femminicidio, uno dei tanti nel nostro Paese, era avvenuto all'alba del 10 giugno in via Pezzotti, nel quartiere Morivione. Il 42enne e la donna, una cittadina ecuadoriana, stavano insieme da alcuni mesi: all'esterno da una discoteca i due avevano litigato furiosamente e al culmine della discussione l'uomo, di professione magazziniere e incensurato, aveva sferrato una coltellata mortale al petto della sua compagna. Alexandra Mora Alvarez del Rocio era stata soccorsa in condizioni disperate da un equipaggio del 118 e trasportata all'ospedale San Paolo, dove purtroppo era deceduta poco dopo il suo ricovero. I carabinieri avevano individuato e arrestato poco dopo l'aggressione mortale il 42enne, recuperando anche l'arma del delitto, un coltello da cucina che l'uomo aveva evidentemente con sé. Davanti agli investigatori l'omicida aveva confessato il delitto, adducendo come assurda motivazione proprio la gelosia nei confronti della sua compagna.

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