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Falsa partenza per “Tempo di libri”a Milano: meno visitatori del previsto, ma l’anno prossimo si replica

Ha chiuso, con numeri inferiori alle attese, la prima edizione di “Tempo di libri”, prima fiera dell’editoria organizzata a Milano. Tra gli aspetti più criticati della kermesse soprattutto le date, tra Pasqua e il ponte del 25 aprile. Gli organizzatori comunque si dicono soddisfatti e guardano già avanti: entro fine maggio saranno comunicate le date dell’edizione 2018, questa volta in accordo con Torino, città che ospita il Salone del libro.
A cura di Francesco Loiacono
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L'inaugurazione di "Tempo di libri"
L'inaugurazione di "Tempo di libri"

Le impressioni non proprio positive di chi ha partecipato a "Tempo di libri", prima edizione della fiera del libro di Milano, sono state confermate dai numeri ufficiali. Inferiori alle attese: le presenze alla fiera di Rho sono state 60.796, a cui vanno aggiunte le 12.133 persone che hanno partecipato agli eventi del "Fuori tempo di libri", manifestazione collaterale organizzata sul modello del ben più fortunato Fuorisalone. Se gli organizzatori si dicono soddisfatti, i freddi numeri non possono che testimoniare come questa prima edizione della fiera che aveva provocato non poche polemiche con Torino (sede dell'altra ormai tradizionale kermesse dedicata al libro) sia partita in modo non proprio positivo: l'obiettivo fissato era 80mila visitatori. La soglia per dirsi soddisfatti era stata fissata a 70mila. In entrambi i casi, gli obiettivi non sono stati raggiunti.

Criticate soprattutto le date della manifestazione

Quali le cause? In primis il periodo scelto, dal 19 al 23 aprile. Vale a dire tra Pasqua e il ponte del 25 aprile, due periodi che hanno inevitabilmente schiacciato la kermesse riducendo la fisiologica affluenza anche di curiosi, e non solo di appassionati. E poi, in ordine sparso: gli orari scelti (a Rho i padiglioni hanno chiuso alle 19.30 per lasciare spazio agli eventi del "Fuori tempo", ma la formula non ha funzionato) e la stessa location, raggiungibile da Milano con la metro a 5 euro andata e ritorno. Un prezzo che per una famiglia con bambini può rappresentare comunque un disincentivo.

C'è poi chi, come Alberto Mattioli sulla "Stampa", oltre ad aspetti tecnici ha puntato il dito anche contro un problema "concettuale" del salone del libro di Milano: "Il suo deficit di novità, non solo organizzativa, ma culturale. TdL è soltanto un Salone-bis spostato pari pari da Torino a Milano – scrive Mattioli -. Se implicitamente si teorizza che il Salone è vecchio, che senso ha farne uno nuovo ma uguale?".

Gli organizzatori guardano già al 2018

Non va dimenticato, però, che si tratta pur sempre di una "prima". Dall'edizione di quest'anno, organizzata in tempi record (causando qualche mal di pancia a Torino, dove chissà se adesso ridono del passo falso della "rivale non rivale" Milano), si può in un certo senso solo migliorare. E sono gli stessi organizzatori, che vedono comunque il bicchiere mezzo pieno, a spostare il focus già sul prossimo anno: "Dopo oltre 60 anni è avvenuto un altro ‘Miracolo a Milano' – scrivono nel comunicato ufficiale – gli editori e i lettori si sono trovati a Tempo di Libri, che è già una realtà nella vita culturale della città. Di qui la volontà di impegnarsi ancora di più e fin da subito per la seconda edizione, che si svolgerà nella primavera 2018, sempre nei padiglioni di Fiera Milano Rho. Le date saranno comunicate entro fine maggio, coerentemente con i colloqui avuti con il Ministro Dario Franceschini e con la Sindaca di Torino Chiara Appendino". Questa volta, dunque, Milano e Torino sembrano intenzionate a parlarsi. E la collaborazione tra i due poli dell'editoria, finora sbandierata più a parole che in altre maniere, sembra destinata a concretizzarsi.

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