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Fabrizio Corona non torna (per ora) in carcere: rimandata la decisione sull’affidamento terapeutico

I giudici del Tribunale di sorveglianza di Milano hanno chiesto più tempo per poter stabilire se Fabrizio Corona debba tornare in carcere, come chiesto dalla procura generale, o se possa proseguire il suo percorso di recupero iniziato lo scorso febbraio, quando uscì dal penitenziario di San Vittore per disintossicarsi dalla dipendenza da cocaina. La nuova udienza è stata fissata il 26 novembre: fino ad allora Corona resta in affidamento terapeutico provvisorio.
A cura di Francesco Loiacono
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Fabrizio Corona e la fidanzata Silvia Provvedi in tribunale a Milano (LaPresse)
Fabrizio Corona e la fidanzata Silvia Provvedi in tribunale a Milano (LaPresse)

Fabrizio Corona non torna in carcere e resta in affidamento terapeutico provvisorio. Una decisione interlocutoria quella dei giudici del Tribunale di Sorveglianza di Milano, che hanno chiesto più tempo per poter stabilire se l'ex re dei paparazzi debba tornare in carcere, come chiesto dalla procura generale, o se possa proseguire il suo percorso di recupero iniziato lo scorso febbraio, quando Corona uscì dal penitenziario milanese di San Vittore per disintossicarsi dalla cocaina. I giudici milanesi, come riferito dalla difesa dell'ex agente fotografico, hanno fissato una nuova udienza per il 26 novembre per la discussione e la decisione definitiva: fino ad allora Corona resta in affidamento terapeutico provvisorio, soggetto ai divieti (molto attenuati) che gli ha imposto il magistrato di sorveglianza Simone Luerti.

Le richieste del sostituto pg: Corona avrebbe diffamato un magistrato

Una settimana fa il sostituto procuratore generale Antonio Lamanna aveva chiesto ai giudici di revocare l'affidamento provvisorio per tre motivi: quello principale è che, a suo dire, Corona avrebbe diffamato il sostituto pg Maria Pia Gualtieri, che al processo d'appello per i famosi 2,6 milioni di euro che gli erano stati sequestrati aveva chiesto di condannare l'ex re dei paparazzi a due anni e nove mesi, riconoscendolo colpevole anche delle accuse più gravi che erano cadute in primo grado, come l'intestazione fittizia di beni. Una volta uscito dal tribunale Corona aveva detto, riferito al magistrato: "Non ha capito un c….". Secondo Lamanna, poi, il 44enne catanese dovrebbe tornare in carcere anche per altri due elementi: il fatto che, non appena ottenuto l'affidamento, avesse postato foto e video sui social nonostante gli fosse stato vietato (per quell'episodio venne ammonito dal giudice Luerti) e il fatto che fosse uscito di casa anche per andare in palestra, nonostante anche questa possibilità non fosse allora contemplata dalle prescrizioni del magistrato di sorveglianza, che poi come scritto sono diventate più blande.

I giudici hanno stabilito che allo stato attuale non hanno elementi sufficienti per decidere se revocare o confermare l'affidamento, che resta dunque provvisorio e nelle stesse condizioni attuali. I legali dell'ex re dei paparazzi hanno chiesto di rendere definitivo l'affidamento e anche di annullare l'affidamento territoriale deciso dal tribunale di sorveglianza nel 2016: se venisse accolta la richiesta Corona finirebbe di scontare la sua pena nel 2021 anziché all'inizio del 2022, come previsto allo stato attuale.

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