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Fabrizio Corona, l’ultimo abbraccio al figlio Carlos prima di tornare in carcere

Il racconto delle ultime ore di libertà di Fabrizio Corona prima di tornare in carcere a San Vittore dopo la sospensione dell’affidamento terapeutico. Il tragitto in silenzio dal suo studio in zona Porta Romana a Milano fino a casa, dove abbraccia forte il figlio Carlos Maria. E poi quel ringraziamento alla polizia: “Grazie per non aver spettacolarizzato questo momento”.
A cura di Salvatore Garzillo
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Una foto di Fabrizio Corona in tribunale insieme al figlio Carlos
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"Grazie per non aver spettacolarizzato questo momento". Fabrizio Corona si rivolge così agli agenti che lo hanno prelevato dal suo studio in Porta Romana, a Milano, per accompagnarlo al carcere di San Vittore in esecuzione del provvedimento del tribunale di sorveglianza di Milano. Nelle quattro pagine di ordinanza firmata dal giudice Simone Luerti c’è un lungo elenco di violazioni al suo status di detenuto in affidamento terapeutico. Corona non se lo aspetta. Riconosce subito uno degli agenti che si occupano delle esecuzioni del tribunale e capisce che la situazione è seria. Mentre legge il provvedimento gli spiegano che dovrà tornare in carcere, varcare di nuovo il portone da cui era uscito il 21 febbraio 2018 fumando una sigaretta. Non riesce a nascondere la delusione. È abbattuto, sospira. Non oppone alcuna resistenza, è tranquillo, il personaggio dello spaccone non è per questo film. Nessuno prende il cellulare per fare una storia da caricare su Instagram.

Il tragitto in silenzio fino a casa e l'abbraccio al figlio Carlos

Gli agenti lo accompagnano al suo appartamento accanto a corso Como per preparare la borsa da portare in cella, niente di diverso dall'iter che spetta a un comune detenuto. Nei dieci minuti di viaggio in auto non dice una parola, guarda fuori dal finestrino. C’è anche il suo avvocato. Una volta in casa abbraccia forte suo figlio Carlos Maria, lo rassicura, fa il padre. Dopo alcuni minuti è nuovamente nell’auto del commissariato Garibaldi-Venezia, stavolta la direzione è San Vittore, dove lo attende ancora l’iter della matricola, il rito di passaggio tra chi è fuori e chi è dentro. Prima di arrivare Corona ringrazia i poliziotti per come lo hanno trattato, non da personaggio pubblico e nemmeno riservandogli trattamenti privilegiati, semplicemente per aver evitato di trasformare il momento in uno show. Lui, l’uomo capace di trasformare qualunque capitolo della sua vita in un prodotto per il pubblico, ringrazia chi non ha spettacolarizzato quest’ultimo.

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