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Fabrizio Corona, la procura generale: “Resti in carcere fino al 2023”

Sono ore decisive per il futuro di Fabrizio Corona. Nell’udienza di ieri al tribunale di Sorveglianza di Milano la procura generale ha chiesto di revocare l’affidamento terapeutico per il 45enne “ex re dei paparazzi” e di fargli scontare in carcere anche il periodo, circa un anno, che ha trascorso usufruendo della misura alternativa alla detenzione. Corona era uscito da San Vittore nel febbraio del 2018 pur dovendo scontare un cumulo di condanne fino a metà del 2022. Le reiterate violazioni alle prescrizioni imposte lo hanno fatto tornare in carcere lo scorso 25 marzo: adesso rischia di rimanervi fino al 2023.
A cura di Francesco Loiacono
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È attesa a breve, al massimo entro i prossimi giorni, la decisione del tribunale di Sorveglianza di Milano sul futuro di Fabrizio Corona. L'imprenditore 45enne è in carcere dallo scorso 25 marzo, quando gli è stato sospeso l'affidamento terapeutico che gli aveva consentito di uscire da San Vittore nel febbraio del 2018. Adesso, però, rischia di restare in carcere non solo fino al 2022 (termine del cumulo di condanne passate che sta scontando), ma anche un anno in più. La procura generale, nell'udienza di ieri in tribunale a porte chiuse, ha infatti chiesto per l'ex dei paparazzi sia la revoca dell'affidamento terapeutico, sia che Corona sconti in carcere anche il periodo (poco più di un anno) in cui ha beneficiato della misura alternativa al carcere. Se i giudici dovessero accogliere la richiesta dell'avvocato generale Nunzia Gatto che già in passato più volte aveva chiesto che Corona tornasse in carcere per via dei suoi comportamenti, il 45enne catanese rischia dunque una lunga detenzione.

La speranza degli avvocati di Corona, tra cui lo storico legale Ivano Chiesa, è invece che i giudici accettino le richieste della difesa: e cioè un affidamento terapeutico molto severo, con prescrizioni più rigide di quelle che Corona (non) ha osservato finora e il divieto di lavorare. In sostanza l'ex re dei paparazzi dovrebbe frequentare la comunità di recupero almeno tre volte a settimana, con la possibilità però di dormire in casa. Ieri, nel giorno dell'udienza, i giudici si sono presi del tempo per decidere riservandosi la decisione: la si aspetta a breve.

Perché Corona è tornato in carcere

Corona era uscito dal carcere il 21 febbraio del 2018 per disintossicarsi dalla cocaina. Ha beneficiato dell'affidamento terapeutico, prima provvisorio e poi definitivo: fuori dal carcere avrebbe dovuto rispettare alcune prescrizioni, imposte dal magistrato di sorveglianza Simone Luerti e "allentate" col passare del tempo (tanto che era potuto tornare a lavorare). Durante l'ultimo anno però in più occasioni ha violato queste prescrizioni, collezionando diversi richiami e suscitando la reazione della procura Il 25 marzo le reiterate violazioni hanno spinto il giudice di sorveglianza Simone Luerti, che in altre circostanze in passato aveva anche difeso il percorso di recupero di Corona, a sospendere il regime di affidamento terapeutico, rispedendolo in carcere. Il giudice ha sottolineato anche l'atteggiamento di "insofferenza e ribellione alla pena detentiva" e "alla magistratura" dell'ex "re dei paparazzi", evidenziato attraverso i suoi video su Instagram e i suoi interventi in tv. Adesso, Corona attende in carcere, dove si trova da ormai oltre tre settimane e ha festeggiato anche il 45esimo compleanno, di sapere se dovrà festeggiare a San Vittore anche i futuri compleanni fino al 2023.

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