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Domenico Maurantonio, l’ipotesi: “Restò chiuso fuori e provò a entrare dalla finestra”

Nel corso della trasmissione tv “Chi l’ha visto?”, una persona che conosce bene l’hotel Da Vinci di Bruzzano, dove è morto lo studente 19enne, ha avanzato una nuova ipotesi: “Forse Domenico è rimasto chiuso fuori dalle scale d’emergenza e ha provato a rientrare dalla finestra”.
A cura di Francesco Loiacono
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Un suicidio, un "malore gestito male", uno scherzo finito in tragedia, una colluttazione con alcuni compagni o addirittura qualcuno che lo avrebbe spinto giù. A più di due settimane dalla morte di Domenico Maurantonio, lo studente di 19 anni precipitato dal quinto piano di un hotel mentre si trovava in gita a Milano con la sua scuola, le ipotesi sulla dinamica della tragedia sono ancora tante. Alle possibili ricostruzioni se ne aggiunge adesso un'altra: a raccontarla è stata, mercoledì sera, una persona che conosce bene l'hotel Da Vinci di Bruzzano, luogo della tragedia. L'uomo, con voce e volto camuffati, intervistato dalla trasmissione tv "Chi l'ha visto?", ha spiegato: "Forse Domenico è rimasto chiuso fuori dalle scale d'emergenza dell'hotel mentre stava andando a recuperare le mutande e i pantoloncini, che qualcun altro aveva buttato giù". Elementi che coincidono con le poche certezze comunicate dagli inquirenti nella vicenda: Domenico, al momento della caduta, indossava infatti solo la maglietta. Mutande e pantoloncini sono stati ritrovati accanto al corpo.

Domenico ha provato a entrare dalla finestra

La persona intervistata da "Chi l'ha visto?" completa poi la sua versione: Domenico, resosi conto che non sarebbe potuto rientrare dalla porta delle scale d'emergenza dopo aver recuperato i suoi indumenti intimi, ha provato a entrare in albergo passando dalla finestra del quinto piano. Per farlo, avrebbe camminato su un sottile cornicione presente tra le scale e la finestra stessa: pochi centimetri di cemento. Purtroppo però il ragazzo non ce l'ha fatta.

La versione suggerita dall'uomo resta solo un'ipotesi: la persona non si è voluta fare identificare e non si è presentata come testimone oculare. Il suo racconto presenta aspetti plausibili e altri meno: per esempio, non si capisce perché Domenico non avrebbe dovuto provare a rientrare dalla finestra dopo aver almeno recuperato i suoi indumenti intimi – se lo avesse fatto li avrebbe probabilmente indossati. Restano altri interrogativi di fondo: Domenico era solo mentre tentava di passare dalla finestra? E perché si trovava vicino alle scale d'emergenza, in un corridoio opposto a quello in cui era la sua camera?

La preside: "Non sono più sicura di nulla"

Nel corso della trasmissione tv sono stati ascoltati i genitori di Domenico, che hanno rinnovato l'appello agli amici di loro figlio e ai loro genitori affinché chi ha visto qualcosa si faccia avanti. Bruno Maurantonio e Antonia Comin continuano a sostenere che sia inverosimile che nessuno abbia visto o sentito nulla la notte della tragedia, e caldeggiano l'ipotesi che non si sia trattato né di un incidente, né di un malore, ma di un tentativo deliberato di far del male al loro figlio: "L'unica ipotesi è che lo abbiano spinto giù", aveva detto mercoledì la madre.

I genitori di Domenico hanno anche chiarito come la miopia del figlio non fosse così marcata: il fatto che abbia lasciato gli occhiali in camera è quindi del tutto normale. A parlare nel corso della trasmissione è stata anche Maria Grazia Rubini, la preside dell'istituto Ippolito Nievo frequentato da Domenico. È lei che, subito dopo la tragedia, aveva parlato di un "malore mal gestito", venendo poi investita dalle polemiche. La preside ha fatto una parziale marcia indietro ai microfono dell'inviata di "Chi l'ha visto?": "Non sono sicura che i ragazzi non nascondano nulla. A questo punto non posso più essere sicura di nulla – ha detto con voce rotta dall'emozione -. Ma se i ragazzi hanno sbagliato hanno bisogno di essere compresi e di essere perdonati".

Nonostante la tragedia, c'è stato anche chi ha provato a speculare. Un mitomane ha infatti chiamato in trasmissione spiegando di essere stato presente in albergo la notte della morte di Domenico: è stato smascherato dopo pochi minuti.

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