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Caso mense scolastiche a Lodi, la sindaca leghista non cambia idea: “Il regolamento resta in vigore”

Caso “mense scolastiche” a Lodi: nonostante la solidarietà e il clamore mediatico sulla vicenda dei bimbi stranieri discriminati la sindaca leghista Sara Casanova non cambia idea. “Il regolamento rimane in vigore, la legge deve sempre valere per tutti”. Prosegue anche la battaglia del Coordinamento uguali doveri, che si batte contro la discriminazione: dopo aver raccolto 60mila euro, domani è in programma un presidio sotto la sede del Comune.
A cura di Francesco Loiacono
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Sara Casanova, sindaca di Lodi (Facebook)
Sara Casanova, sindaca di Lodi (Facebook)

Nonostante la solidarietà e il clamore mediatico di questi ultimi giorni, la sindaca leghista di Lodi, Sara Casanova, non cambia idea: il regolamento che discrimina i bimbi stranieri, impedendo loro nei fatti di utilizzare la mensa scolastica, resterà in vigore. Lo ha annunciato la stessa prima cittadina all'agenzia Ansa: "Certamente il regolamento rimane in vigore, la legge deve sempre valere per tutti – ha detto la sindaca – Dispiace che non tutti condividano il principio di equità che sta alla base di questa delibera, che vuole mettere italiani e stranieri nella stessa condizione di partenza per dimostrare redditi e beni posseduti, né il successivo impegno preso dall'Amministrazione nei confronti dei cittadini che sono nell'oggettiva impossibilità di presentare la documentazione richiesta".

Il caso mense esploso all'inizio dell'anno scolastico

Il "caso mense" a Lodi è esploso con l'inizio dell'anno scolastico: le nuove regole per l'accesso alle tariffe agevolate per alcuni servizi extra scolastici (tra cui appunto la mensa, ma anche lo scuolabus) introdotte dalla giunta leghista hanno finito col penalizzare molte famiglie extracomunitarie, che si sono trovate impossibilitate a produrre i documenti richiesti. Queste famiglie sono state così inserite nella fascia più alta di prezzo per i servizi: non potendoselo permettere, sono state costrette a preparare ai propri figli panini o pasti da casa. La discriminazione che si è prodotta in molte scuole all'ora di pranzo, con bimbi che mangiano in mensa da una parte e altri costretti a mangiare i propri panini in classe, ha indignato buona parte dell'opinione pubblica: il Coordinamento uguali doveri, nato per battersi contro questa situazione, ha raccolto 60mila euro da tutta Italia, con i quali pagherà alle famiglie discriminate la differenza tra la tariffa richiesta dal Comune e quella che pagavano fino allo scorso anno.

Prosegue anche la battaglia di chi si oppone al regolamento comunale

La grande generosità dei lodigiani e di altre persone da tutta Italia e il clamore mediatico sulla vicenda, amplificato dal servizio andato in onda la scorsa settimana all'interno del programma "Piazzapulita" su La7, non hanno però smosso di un millimetro la sindaca di Lodi: "Ringrazio i ministri Salvini e Bussetti, il Segretario della Lega Lombarda Grimoldi e tutte le forze politiche e i cittadini che ancora una volta numerosi si sono mobilitati in queste ore per dimostrarmi la loro solidarietà dopo un'ondata di insulti diretti contro di me, per il ruolo che rivesto. Ci sono anche attacchi personali e minacce che ritengo vergognosi", ha aggiunto la sindaca, che era stata anche oggetto di un attacco da parte di un gruppo hacker. Casanova ha poi spiegato: "Sul tema delle prestazioni agevolate l'Amministrazione ha sempre accettato il confronto costruttivo con chiunque, ma chi ci critica non è stato in grado di fare altrettanto, cioè di costruire un dialogo politico rispettoso. Durante l'ultimo Consiglio comunale la maggioranza dei consiglieri ha assunto l'impegno di stendere linee-guida per l'applicazione del Regolamento per l'accesso alle prestazioni agevolate". Se da un lato la sindaca non cambia idea, dall'altro continua anche la battaglia del Coordinamento uguali doveri contro il nuovo regolamento: domani è in programma un presidio davanti alla sede del Comune. Su un altro fronte, quello giudiziario, si attende invece l'esito di un ricorso presentato dall'Asgi, (Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione) contro la decisione del Comune: la prima udienza è in programma il 6 novembre al tribunale di Milano.

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