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Cascina Merlata, il quartiere smart di Milano ancora senza car e bike sharing

Cascina Merlata è un nuovo quartiere di Milano che sorge tra via Gallarate e l’ex area Expo, oggi parco tecnologico Mind. La zona è al centro di un importante progetto urbanistico ed è già stata scelta da centinaia di famiglie che però iniziano a lamentarsi per la mancanza di alcuni servizi. Nonostante il quartiere sia considerato strategico dal Comune di Milano e definito smart, non è ancora raggiunto dal bike e car sharing.
A cura di Francesco Loiacono
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Le torri del Social Village a Cascina Merlata (Foto di Charuna Charuna)
Le torri del Social Village a Cascina Merlata (Foto di Charuna Charuna)

Viene indicato come uno dei quartieri più smart di Milano, ma per ora Cascina Merlata non è raggiunta da due importanti servizi "intelligenti" per i cittadini: il car e il bike sharing. Il quartiere sorge dove un tempo si trovava l'omonimo bosco, racchiuso tra via Gallarate a sud e l'area Mind, ossia l'ex sito di Expo 2015, a nord. Proprio la vicinanza ai terreni che hanno ospitato i padiglioni dell'Esposizione universale pone il quartiere – tutto nuovo – sotto la luce dei riflettori: nella zona è in atto un importante progetto urbanistico, guidato da un raggruppamento di imprese che hanno costituito la partnership Cascina Merlata. Nuovi palazzi sorgono come funghi attorno a un grande parco e alla vecchia cascina, che rappresenta la memoria storica dell'area. Già programmati, nello sviluppo dell'area, un centro commerciale (i cui lavori dopo un iter travagliato sono finalmente partiti), una scuola (ancora bloccata), il nuovo ospedale Galeazzi (anche qui i lavori sono già partiti) e l'approdo nel parco tecnologico Mind di tutte le facoltà scientifiche dell'Università Statale, previsto nei prossimi anni.

Il nuovo quartiere piace, in particolare alle giovani famiglie

Tutti gli edifici, già costruiti e in costruzione, sono smart e green: classe energetica A, pannelli fotovoltaici sui tetti, riscaldamento e raffrescamento a pavimento, domotica nelle case più lussuose. Molti sono i progetti di social housing e di edilizia convenzionata, pensati per consentire ai giovani di potersi permettere una casa in affitto o da acquistare in un mercato, quello immobiliare milanese, dove i prezzi sono alle stelle. E in effetti il nuovo quartiere piace: il Social village, cioè le torri che durante Expo 2015 ospitarono i delegati dei Paesi espositori, è "sold out". Circa quattrocento famiglie hanno scelto di abitarvi (in case di proprietà, in affitto o in affitto con riscatto) e i primi inquilini sono entrati nel 2016. Anche Uptown, il progetto residenziale firmato da Euromilano, inizia a popolarsi: gli appartamenti del primo lotto sono già stati consegnati e, stando alle pubblicità, oltre l'80 per cento di un nuovo lotto in costruzione è già stato venduto. Nella zona, al momento un grande cantiere, si contano altri edifici già finiti e abitati ("Città contemporanea", "Abitare Cascina Merlata") e altri ancora in costruzione.

Mancano negozi di vicinato e di mobilità in sharing

Eppure, in un quartiere definito all'avanguardia e "cuore" del nuovo sviluppo urbanistico di Milano mancano al momento dei servizi fondamentali. L'assenza che fa più "rumore" riguarda i negozi di vicinato: un tabaccaio, un'edicola, un minimarket, un fruttivendolo. Non manca, tra i residenti, chi sarebbe anche interessato ad avviare una propria attività: eppure la zona non è stata inclusa dal Comune nell'ultimo bando "Prossima impresa", destinato proprio a fornire aiuti (1,6 milioni di euro) per l’apertura "di imprese di prossimità o negozi di vicinato che abbiano almeno una vetrina su strada, al fine di migliorare la qualità della vita nelle zone decentrate della città". Ma c'è un'altra mancanza che si fa sentire e che stona con il concetto di smart: quello dei servizi di mobilità in sharing. Le principali compagnie, Eni-Enjoy, Car2go (che adesso si è unita con DriveNow) e le vetture elettriche di Share'n'go non arrivano infatti nella zona: si fermano su via Gallarate. Ma il quartiere non è servito al momento nemmeno dal bike sharing: né dalle bici free-floating, né da quelle del Comune (il Bikemi), il cui stallo più vicino è alla fermata metro Molino Dorino, raggiungibile con un autobus (della linea 35) la cui frequenza è un ulteriore motivo di protesta da parte degli abitanti. Chi risiede nel quartiere da ormai tre anni, ma anche i nuovi arrivati, inizia a lamentarsi per queste carenze. La speranza, per tutti coloro che hanno deciso di "scommettere" sullo sviluppo di una zona presentata come strategica per il Comune di Milano, è che si tratti solo di "peccati di gioventù" e che la situazione possa presto cambiare.

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