Bus dirottato e incendiato, chi sono i bimbi eroi che hanno chiamato i carabinieri
Ramy, Riccardo e Adam. Questi sarebbero i nomi dei tre bambini eroi che sono riusciti a dare l'allarme salvando la vita ai loro compagni di scuola. I tre erano a bordo del bus dirottato dall'autista Ousseynou Sy a Crema. Un viaggio terrificante durato 40 minuti e terminato sulla Paullese, a San Donato Milanese, dove l'uomo, braccato dai carabinieri, è sceso dal mezzo non prima però di appiccarvi il fuoco, mentre all'interno c'erano ancora alcuni dei 51 studenti della scuola media Vailati. Ad allertare i carabinieri, il cui intervento è stato provvidenziale e altrettanto eroico, sarebbero stati i tre ragazzini a bordo. Quando l'autista ha reso noto il suo intento criminale, chiedendo agli insegnanti di legare i bimbi con delle fascette di plastica e sequestrando i cellulari, i tre ragazzini sarebbero stati furbi e svelti: uno di loro è riuscito a nascondere un telefonino con il quale poi i supi compagni hanno avvisato i loro genitori e i carabinieri: "L'autista ci ha ammanettati e minaccia di dare fuoco a tutto", avrebbe riferito uno studente, facendo scattare l'allarme.
Il coraggio dei ragazzi ha evitato un tragico epilogo
Secondo la ricostruzione fornita dal comandante provinciale dei carabinieri di Milano Luca De Marchis, l'allarme sarebbe "scattato grazie a due telefonate al 112 da un accompagnatore che era a bordo del mezzo e da un bambino che aveva chiamato i genitori". Ma un altro ragazzino a bordo del bus ha spiegato che sono stati dei suoi compagni a chiamare i soccorsi. All'indomani della mancata strage sul bus (anche se l'autista ha detto che non aveva intenzione di fare male a nessuno, ma voleva solo fare un gesto eclatante contro le politiche migratorie dell'Italia e dell'Europa), sono tanti i punti che devono essere chiariti. Poco importa però che a chiamare siano stati un bimbo oppure due o tre. Ciò che è più importante è che grazie alla loro prontezza e alla grande professionalità dei carabinieri nessuno si sia fatto male in modo serio, come sottolineato anche da De Marchis: "La cosa importante è la felice risoluzione di un evento, che poteva portare a un epilogo tragico, grazie al coraggio dei ragazzi che sono stati veramente bravi".