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Brescia, ubriaco investe a 130 all’ora con la moto madre e figlio e li uccide: condannato a 8 anni

È stato condannato a otto anni di reclusione per omicidio stradale il motociclista che lo scorso Ferragosto a Brescia investì e uccise una donna di 93 anni e il figlio di 66. Annina Breggia e Mauro Rossi vennero travolti in via Lamarmora, a pochi passi da casa, dalla moto che Michelangiolo Dusi aveva lanciato a 130 all’ora. Il motociclista si era inoltre messo ubriaco alla guida.
A cura di Francesco Loiacono
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È stato condannato a otto anni di reclusione Michelangiolo Dusi, l'uomo che a Ferragosto dello scorso anno a Brescia investì con la sua moto e uccise Annina Breggia e Mauro Rossi, madre e figlio di 93 e 65 anni. Dusi era ubriaco al momento dell'incidente: travolse le due vittime in via Lamarmora transitando con la sua moto Bmw a 130 chilometri allora in un centro abitato. La condanna di Dusi, che era stato arrestato pochi giorni dopo l'incidente e da allora si trovava agli arresti domiciliari, è arrivata al termine del processo con rito abbreviato che ha comportato per l'imputato lo sconto di un terzo sulla pena. Il pubblico ministero aveva chiesto di condannare Dusi a dieci anni di reclusione per omicidio stradale, il massimo consentito: il giudice ha diminuito ulteriormente la pena.

Mauro Rossi e la madre morirono a pochi metri dalla loro casa

Mauro Rossi e la madre Annina Breggia vennero travolti a pochi metri dalla loro abitazione. Nel pomeriggio dello scorso 15 agosto i due stavano attraversando la strada sulle strisce pedonali: non si accorsero del fulmineo arrivo di Dusi in sella alla sua potente moto. Mauro e la madre vennero scaraventati a diversi metri di distanza: il 66enne morì sul colpo, mentre la madre perse la vita poco dopo il suo ricovero d'urgenza in ospedale. Anche il motociclista rimase ferito: dalle analisi risultò con un tasso alcolemico superiore di tre volte rispetto al limite consentito. Il motociclista finì agli arresti domiciliari non appena venne dimesso dall'ospedale: neanche lui si è ancora ripreso del tutto dai traumi, a conferma della gravità dell'incidente di cui è stato riconosciuto pienamente responsabile.

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