Bimbo ucciso dal padre a Milano: pochi alla fiaccolata a San Siro per ricordarlo
Poche persone, non più di alcune decine, hanno partecipato ieri sera a Milano alla fiaccolata organizzata per ricordare Mehmed, il bambino di due anni ucciso di botte dal padre. Qualche cartello, dei ceri, pupazzetti di peluche: la partecipazione dei presenti è sembrata sincera, ma chi si aspettava una partecipazione di massa si è dovuto ricredere. L'omicidio di Mehmed sta scivolando nel silenzio della città e delle sue istituzioni: forse perché è arrivato in un momento scomodo, alla vigilia delle Elezioni europee. Eppure dai politici ci si aspettava semplicemente una nota di cordoglio, non certo le loro interpretazioni, o ancor peggio strumentalizzazioni di una vicenda che comunque appare abbastanza chiara nella sua dinamica: un papà, il 25enne Aljica Hrustic, ha ucciso di botte il figlio all'interno della casa popolare occupata in via Ricciarelli 22, nella zona più problematica di un quartiere "a due facce" come quello di San Siro.
Cartelli, ceri e peluche in via Ricciarelli
Proprio da via Ricciarelli è partita la fiaccolata organizzata da uno dei residenti della zona, il 69enne Antonio Santoiemma, per ricordare Mehmed ma anche per chiedere maggior tutele per tutti i minori e gli anziani che vivono in condizioni difficili nel quartiere. Emblematico in tal senso uno dei cartelli appesi sulla cancellata di via Ricciarelli: "Caro Mehmed, aiutaci da lassù: questo non deve più accadere". Anche ieri mancavano le istituzioni: l'organizzatore aveva presentato una denuncia contro il Comune e il tribunale dei minorenni, accusandoli di "concorso morale in omicidio". La colpa sarebbe stata quella di non essersi mossi in tempo per tutelare Mehmed e salvarlo dalla violenza del padre. La prossima settimana sarà effettuata l'autopsia sul corpo del bimbo: servirà a capire se vi siano state altre violenze prima delle percosse che lo hanno ucciso e a verificare la natura di quelle bruciature, forse inflitte con accendino o sigarette dal padre, trovate sui piedi del bambino. Il padre, reo confesso, resta intanto nel carcere di San Vittore: "Potrebbe uccidere ancora", ha detto il giudice per le indagini preliminari che ha convalidato il fermo e ha disposto per lui la custodia cautelare in carcere.